di Roberto Tomei
Accade raramente che un candidato a un posto di dirigente di Servizio ricusi in blocco la commissione esaminatrice.
Nei giorni scorsi è successo all’Istat, che con un avviso dello scorso agosto aveva avviato una procedura pubblica per individuare il nuovo dirigente dell’importante e strategico Servizio Prezzi. Franco Mostacci, primo tecnologo dell’Istat, uno dei massimi esperti in materia di statistiche sui prezzi, dopo aver presentato regolare domanda di partecipazione alla selezione, è letteralmente trasecolato quando ha visto la composizione della commissione esaminatrice.
Tutti e tre i componenti, a suo avviso, difficilmente potranno giudicare con serenità i suoi titoli e il suo curriculum, per cui ha preso penna e carta e ha inviato al direttore generale dell’ente una istanza di ricusazione.
Mostacci, infatti, lamenta che da anni il presidente della commissione gli affida “incarichi di lavoro meramente formali e avulsi dal contesto lavorativo istituzionale, escludendolo da qualsiasi incarico nonchè, per asseriti vincoli di bilancio, dalla partecipazione a convegni internazionali”, determinando di fatto una situazione di sostanziale inattività.
Ce n’è anche per gli altri due membri. Il primo, scrive Mostacci, oltre a non essere intervenuto per capovolgere la situazione di inoperosità, l’avrebbe addirittura aggravata con una proposta di incarico relativo a una materia che l’Istat per vincoli legislativi non può effettuare e che, di fatto, non ha più svolto. Il secondo, invece, per mesi avrebbe ignorato numerose istanze con le quali Mostacci sollecitava decisioni sulle modalità di svolgimento della sua (in)attività lavorativa. Fatti tutti noti anche al Consigliere di fiducia.
Eppure, lavori e ricerche che Franco Mostacci effettua in proprio, in attesa che l’Istat si ricordi di lui, trovano sistematica ospitalità su autorevoli testate scientifiche e giornalistiche, come Lavoce.info e La Repubblica.
Misteri gloriosi della ricerca italiana.