di Rocco Tritto
Dopo aver perso, un mese e mezzo fa, il presidente, l'Istat tra 100 giorni, rischia di ritrovarsi anche senza direttore generale.
L'incarico a Maria Carone, per la durata di diciotto mesi non prorogabili, a decorrere dal 27 marzo 2012, conferito da Enrico Giovannini all'esito di una procedura pubblica non senza qualche polemica, andrà a scadere il 26 settembre prossimo. E in un ente senza presidente e con un cda in stand by, a meno che Letta il giovane nei prossimi giorni non si decida ad occuparsi dell'Istat, sembra non esserci tempo per una selezione volta alla individuazione del nuovo numero 2 dell'ente di statistica.
Un bis della Carone, comunque, appare assai difficile, e non solo perché dovrebbe essere prossima alla quiescenza, ma soprattutto perché le due poltrone più ambite di via Balbo, stante il governo delle larghe intese, con ogni probabilità verranno assegnate con il Manuale Cencelli, ovvero una al centro-destra e l'altra al centro-sinistra.
In un clima di incertezza totale, una sola cosa in via Balbo, allo stato, appare sicura ed è che la partita sui nuovi vertici dell’Istituto nazionale di statistica è assai lontana dalla conclusione.
Che si tratti di prove tecniche di distopia? La conferma potrebbe darla soltanto il ministro Giovannini.