di Roberto Tomei
Con una comunicazione inviata ai direttori delle sezioni, ma non ai diretti interessati né ai sindacati, il dg Massimo Ghilardi lo scorso 30 dicembre ha comunicato la decisione dell’Ingv di prorogare, di un anno, con possibilità di prolungamento, ai sensi dell’art. 24 della legge 128/2013, fino al 31 dicembre 2018, tutti i 225 contratti di lavoro a termine e i 18 assegni di ricerca in scadenza l’ultimo dell’anno.
Non ce l’ha fatta, invece, ad approntare i consequenziali decreti, rinviando il tutto al post Epifania.
Si è conclusa così, anche se con un certo affanno, una prima tappa – forse la più semplice – in vista dei ben più impegnativi percorsi che dovranno portare alla stabilizzazione di 200 dipendenti precari nell’arco di un quinquennio.
A tal proposito, in via di Vigna Murata si è in attesa della fase due ovvero del decreto ministeriale, che dovrà dare il placet alla rideterminazione della dotazione organica - che lascerà fuori circa un centinaio degli attuali dipendenti a termine - indispensabile per passare alla terza operazione, che è quella della indizione delle prove selettive che permetteranno, a regime, la immissione nei ruoli dei due terzi degli attuali precari.
E’ questa l’operazione che potrebbe sollevare maggiori problemi, visto che l’amministrazione dovrà individuare, non si sa bene con quali criteri, chi e perché verrà stabilizzato qualche anno prima degli altri.
La questione appare tutt’altro che secondaria e c’è chi spera che a stabilire le priorità sia addirittura il Miur.
Una soluzione che farebbe sicuramente comodo ai vertici dell’Ingv ma che appare obiettivamente poco praticabile, in quanto rischierebbe di apparire una invasione di campo da parte del dicastero vigilante.
Da parte nostra, non solo staremo a vedere quel che accadrà, ma soprattutto continueremo a vigilare sull’operato dell’ente presieduto da Stefano Gresta.