Non c’è pace in via di Vigna Murata, sede dell’Istituto nazionale di vulcanologia. Dopo quasi quattro mesi di contrasti, anche aspri, il cda dell’ente sembra, per ora, essersi ricompattato, se è vero che nella seduta di ieri, dopo aver accantonato il 2° punto all'odg, sarebbero stati tutti d’accordo nel deliberare di andare avanti con le decisioni assunte il 5 agosto scorso, aggiungendo solo ulteriori dieci unità di personale per scorrimento delle graduatorie, prima di procedere con le procedure selettive speciali.
In pratica, il cda avrebbe respinto al mittente l’invito che il 30 ottobre il Miur, “con spirito collaborativo”, aveva rivolto all’ente presieduto da Stefano Gresta ad assumere, prima di bandire concorsi : a) tutti i vincitori collocati nelle proprie graduatorie vigenti di concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato per qualsiasi qualifica, salve comprovate non temporanee necessità organizzative adeguatamente motivate; b) tutti gli idonei presenti in eventuali graduatorie ancora valide, per professionalità necessarie anche secondo un criterio di equivalenza.
Al contempo, il dicastero di Stefania Giannini aveva sottolineato che ”la scelta di procedere al reclutamento delle n. 65 unità di personale di IV-VIII livello esclusivamente mediante le procedure speciali costituirebbe una ipotesi non in linea qualora per i corrispondenti profili professionali ricorressero le condizioni previste dal citato art. 4, comma 3, del D.L. 101/2013”.
L’iniziativa del Miur aveva suscitato entusiasmo tra gli idonei e malumore tra quanti confidavano nelle procedure speciali. Non è difficile prevedere adesso che, dopo la decisone del cda, ad occuparsi della sempre più intricata questione siano i Tribunali.
Un epilogo che si sarebbe potuto evitare se il cda dell’Ingv avesse, con tempestività e chiarezza, fissato i criteri di applicazione delle disposizioni di cui al predetto D.L. 103.