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Venerdì, 05 Lug 2024

Di seguito, riportiamo il comunicato dell’assemblea sindacale, indetta da Usi-Ricerca il 29 gennaio 2015, del personale informatico dell’Istat.

"Riorganizzazione direzione DCIT

La riorganizzazione della DCIT come prospettata nella proposta di delibera, pone forti perplessità perché non sembra rispondere, né a esigenze di economicità, né a esigenze di miglioramento dei servizi IT.

Infatti,  vengono meno gli intenti di cui sopra, perché si lascia inalterato il numero di unità operative del servizio ETS (sette) e addirittura si aggiunge una unità, tra quelle di staff al direttore.

In più occasioni è stata esplicitata l’esigenza di un accorpamento delle aree di competenza (quattro/cinque al massimo), unitamente alla realizzazione di un gruppo di interoperabilità trasversale, capace di affrontare le situazioni sia di emergenza che di progettualità, facilitando la comunicazione e l’interazione fra le UO.

Nel corso  dell’assemblea è emerso un parere largamente condiviso: la mancanza di questi due elementi “comunicazione e interazione” fra U.O.  è la causa della maggior parte dei malesseri di cui la DCIT soffre. Per ottimizzare l’erogazione dei servizi IT è necessario semplificare la struttura; il primo passo in tal senso dovrebbe consiste nella  riduzione delle U.O.!

Giova a tal fine ricordare che l’ipotesi di riduzione delle strutture fu presentata come uno dei punti programmatici dall’attuale presidente, in occasione della audizione presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera.

Nella delibera si citano esplicitamente le “Best Practice ITIL” (Information Technology Infrastructure Library), standard “de facto” per la gestione dei servizi IT. Tale Best Practice, si basa su un modello organizzativo che tiene conto di tre fattori fondamentali: Persone, Processi e Tecnologie.

Possiamo dire che, dall’insediamento dell’attuale direzione, si è registrato un peggioramento per quanto riguarda i primi due fattori (le persone sono sempre più deprofessionalizzate e i processi sono sempre meno efficienti e organizzati), mentre, per quanto riguarda le tecnologie, si nota un considerevole “movimento” (di contratti, capitolati e consulenze), tra cui gli ultimi acquisti di licenze VMware e di sperimentazione su progetti di Virtual Desktop per svariate centinaia di migliaia di euro.

Inoltre, la delibera in questione anticipa impropriamente il progetto di riorganizzazione globale promosso dall’attuale presidente.

Tra tante contraddizioni, una certezza incontrovertibile: il progetto di “change management” ad oggi sarebbe costato ai contribuenti circa 520 mila euro! E cosa ha prodotto? La riconferma “tale e quale” delle strutture esistenti.

Usi-Ricerca ha chiesto la delibera di riorganizzazione direzione DCIT fosse bloccata, per le forti perplessità evidenziate, ma non ha ricevuto risposte.

Come pure, non ha ancora ricevuto la documentazione sul Change Management, richiesta un anno fa, per fare luce sugli obiettivi del progetto e consentire la condivisione, con i lavoratori del settore, delle scelte in corso di effettuazione.

Sui profili di opacità legati al doppio affidamento alla società Deloitte Consulting srl, per la fornitura di servizi di supporto al progetto e sui rapporti intercorrenti tra l’Istat e la società Gartner Italia srl, il sindacato ha effettuato una segnalazione all’allora Responsabile per la prevenzione della corruzione dell’Istat, che di lì a poco ha rassegnato le dimissioni dall’incarico, poi affidato al direttore generale reggente Weber.

L’assemblea dei lavoratori e Usi Ricerca su questi aspetti non abbasseranno la guardia.

Valorizzazione delle professionalità, attraverso un adeguato ‘piano formativo’

L’assemblea ha ribadito la totale assenza di aggiornamento professionale, che si protrae oramai da anni, la mancanza di un piano formativo adeguato, il rifiuto di attivare corsi di formazione specifici, senza i quali qualsiasi informatico non viene messo in grado di svolgere il proprio lavoro.

L’incontro con il direttore della Saes (ora soppressa) sul piano di formazione 2014, aveva evidenziato che, relativamente alla parte informatica, la Scuola di formazione si limitava a raccogliere le indicazioni provenienti dalla Dcit.

A seguito dell’incontro fu effettuata una ricognizione interna delle esigenze, che ha portato alla definizione di un adeguato ‘piano formativo’, consegnato al direttore della DCIT, ma di cui si sono perse le tracce. La proposta prevedeva anche di sopperire con i fondi assegnati alla Direzione, laddove possibile, alle carenze di budget.

L’assenza di specifiche iniziative formative sembra supportare un piano di progressiva obsolescenza del personale informatico che aprirebbe sempre più le porte all’outsourcing.

Ipotesi di rinuncia e conseguente dismissione del CED presente nella sede di Oceano Pacifico

Occorre al più presto fare chiarezza sulle voci, sempre più insistenti, di operare la chiusura del Ced di Oceano Pacifico, progettato per asservire alla funzione di Disaster Recovery del sistema informatico dell’Istituto. Poiché tale funzione è irrinunciabile, tale scenario rappresenterebbe inequivocabilmente la volontà di esternalizzare l’attività, nonostante i 3 milioni di investimenti effettuati dal 2011 ad oggi.

Per i motivi sopra esposti l’assemblea ritiene opportuno chiedere una presa di responsabilità chiara ed ufficiale direttamente al Presidente e al neo Direttore Generale e ha invitato Usi Ricerca a inoltrare una formale richiesta di incontro”.

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