Con la Risoluzione n. 7/DF del 13 luglio 2015, la Direzione legislazione tributaria del Ministero dell’Economia e delle finanze, in risposta a una richiesta di chiarimenti inoltrata dal Cnr e dall’Enea, ha stabilito che i due enti pubblici di ricerca non sono tenuti a versare Imu e Tasi sugli immobili in loro possesso, all’interno dei quali viene svolta attività di ricerca per finalità non commerciali.
Tale decisione rappresenta una vera boccata di ossigeno per l’ente di piazzale Aldo Moro, che possiede un patrimonio immobiliare, sparso su tutto il territorio nazionale, il cui valore stimato nell’ultimo bilancio di esercizio risulta essere di poco superiore ai 700 milioni di euro.
Non si esclude ora un effetto domino a favore di molti altri enti pubblici di ricerca, che posseggono immobili adibiti ad attività istituzionale, per i quali fino a oggi hanno pagato le predette imposte.