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Lunedì, 06 Mag 2024

buca posteGent.le Redazione, volevo fare alcune precisazioni in merito a quanto scritto nell’articolo di Giuseppe Falzone “Storia di una sede INGV non a norma sismica”. 

La prima riguarda l’affermazione che “Il Prof. Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’INGV, richiese ad EUCENTRE una valutazione della sicurezza sismica dell’edificio e …”. In realtà, il sottoscritto dopo alcuni mesi dall’insediamento come direttore dell’Osservatorio Etneo - Sezione di Catania, avvenuto a fine 2008, preso atto che non si era ottemperato ad effettuare le verifiche di vulnerabilità per la sede di Catania, secondo quanto previsto dall’OPCM3274/03, la cui scadenza era prevista a 5 anni  dalla data dell’ordinanza (scadenza poi prorogata diverse volte) e visto che le verifiche suddette per legge sono a carico dei proprietari o gestori delle opere, i quali sono in ogni caso responsabili della mancata attuazione delle stesse, ho proposto al Presidente Prof. Boschi, in Collegio di istituto (3 giugno 2009), l’autorizzazione a far eseguire una valutazione della sicurezza sismica dell’edificio sede dell’INGV di Catania.

La richiesta venne accettata con l’approvazione del Collegio e venne suggerito di coinvolgere il consorzio EUCENTRE. Le verifiche ultimate alla fine del 2010 permisero, nei primi mesi del 2011, di adempiere agli obblighi di legge, attraverso la trasmissione al Dipartimento di Protezione Civile dei dati acquisiti e delle schede informative di livello 1 e 2.

Quindi, preso atto dei risultati della verifica eseguita da EUCENTRE, i quali evidenziavano come l’edificio non soddisfa le verifiche di progetto previste dalla normativa e quindi risulta particolarmente vulnerabile,  non idoneo a ospitare una struttura strategica (ciò non cambia nella sostanza variando la classe d’uso), e necessita di urgenti interventi di adeguamento/miglioramento, furono intraprese due linee di azione:

1) Nel maggio 2011, fu inoltrata richiesta di un contributo di finanziamento al Dipartimento di Protezione Civile della Regione Siciliana (DRPC), per eseguire i lavori di miglioramento/adeguamento dell’edificio; il contributo fu stimato sulla base di quanto riportato nell’O.P.C.M. n. 3362 del 8 luglio 2004. Tali somme, sebbene siano state inserite tra gli interventi prioritari del DRPC, successivamente non risultarono più disponibili. Quindi venuto a conoscenza dell’intenzione del DRPC di realizzare una nuova struttura del Centro di Protezione Civile Regionale a San Giovanni La Punta (CT), nel giugno 2013 feci richiesta, dopo un confronto sia con il Direttore del DRPC che con l’attuale Presidenza dell’INGV, di poter realizzare una nuova sede dell’INGV  nella stessa area dove era prevista la struttura del DRPC.  Poi, a partire da settembre 2013, non seguii più la vicenda, visto che il tutto è passato nelle mani della nuova Direzione dell’Osservatorio Etneo;
 
2) Sempre nel 2011 venne ideato e presentato con il Prof. Michele Maugeri del Dipartimento Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Catania e componente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, tristemente scomparso a fine 2014, unitamente a altre realtà imprenditoriali siciliane, un Progetto da far finanziare sui fondi PO. FESR 2007-2013 – Sicilia Linea di Intervento 4.1.1.1. Nell’ambito di questo progetto, dal titolo “Attività di sviluppo sperimentale finalizzata alla riduzione del rischio sismico nella Sicilia Orientale”, una delle strutture prese in considerazione per uno studio approfondito della vulnerabilità sismica è stata proprio la sede di Catania dell’INGV. Il progetto conclusosi a fine 2015 ha avvalorato lo studio di EUCENTRE e evidenziato rispetto a questo una più elevata vulnerabilità sismica della struttura, grazie a una migliore caratterizzazione della stessa struttura, portata a un livello LC3 (conoscenza accurata), e a più accurate analisi che hanno riguardato anche l’interazione terreno-struttura.
 
E’ bene sottolineare come la seconda linea di azione non era complementare alla prima, e i risultati del Progetto appena conclusosi suggeriscono sempre più l’urgenza e la necessità di dover procedere agli interventi di miglioramento/adeguamento della Sede INGV di Catania, a prescindere che questa continuerà ad essere una struttura strategica o che ne sarà cambiata la classe d’uso.

Necessita ricordare come, l’OPCM 3274/03 sebbene abbia indicato come obbligatoria la verifica, ha, invece, demandato gli interventi alla pianificazione triennale delle singole Amministrazioni,  come riportato nella Circolare ministeriale 2 febbraio 2009, n. 617,  nel C8.3 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA. “Saranno i proprietari o i gestori delle singole opere, siano essi enti pubblici o privati o singoli cittadini, a definire il provvedimento più idoneo, eventualmente individuando uno o più livelli delle azioni, commisurati alla vita nominale restante e alla classe d’uso, rispetto ai quali si rende necessario effettuare l’intervento di incremento della sicurezza entro un tempo prestabilito”.

In questi ultimi anni, per incentivare l’attività di verifica sismica sono stati erogati dallo Stato e gestiti dalle regioni, praticamente ogni anno, dei fondi per il cofinanziamento dei progetti di miglioramento/adeguamento sismico di edifici strategici e rilevanti. Purtroppo i fondi messi a disposizione non coprono le effettive esigenze e, con mio profondo rammarico professionale, dopo 13 anni dall’emanazione dell’OPCM 3274/03, ancor oggi, nel 2016, non si può che testimoniare come circa il 70% dell’edificato in Italia non è in grado di resistere ai terremoti comprese scuole, ospedali e molti altri edifici strategici. 

Per concludere, occorre che lo stato e le Amministrazioni capiscano che IL TERREMOTO NON ASPETTA e che l’unica nostra difesa è la PREVENZIONE.  I più recenti terremoti dell’AQUILA e dell’EMILIA DOCENT. Questo è quanto sostengo da quasi un ventennio … un paio di settimane fa ho avuto modo di vedere il triste stato in cui versa ancora l’Aquila. 

Domenico Patanè

Prendiamo atto delle precisazioni dell'ex direttore dell'Osservatorio Etneo dell’Ingv di Catania che, comunque,: i) non attenuano di una sola virgola la gravità della situazione in cui versa l'immobile, così come da noi descritta; ii) non giustificano il fatto che un “edificio che non soddisfa le verifiche di progetto previste dalla normativa e, quindi, risulta particolarmente vulnerabile”, possa ospitare una Sala Operativa, che assume rilievo fondamentale proprio durante gli eventi sismici, in quanto essa ospita personale con funzioni di comando, supervisione e controllo; iii) dovevano sconsigliare  la realizzazione di un CED (Centro Elaborazioni Dati); iv) non si dovevano spendere cosi tanti soldi per ristrutturare e ammodernare una Sala Operativa; v) non si doveva realizzare, negli scantinati dell’edificio, un Centro di Elaborazioni Dati. (G. F.)

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