Lunedì scorso, alla vigilia del cda del Cnr, fuori sacco rispetto al canonico appuntamento del giovedì, abbiamo pubblicato un articolo dal titolo Per i soloni del Cnr il presidente non è incompatibile e può anche insegnare. Ma …, nel quale denunciavamo il maldestro tentativo dell’ente di piazzale Aldo Moro di modificare l’art. 15, comma 2, dello Statuto, per cancellare la norma che obbliga, ai sensi dell’art. 13 del Dpr 382/1980, le università a porre d’ufficio in aspettativa un proprio professore o ricercatore che diventi presidente dello stesso Cnr.
Con una relazione, che possiamo definire un arzigogolo giuridico-lessicale, la direzione generale del Cnr, nel chiedere la modifica statutaria, legittimava l’eventuale cumulo di ruoli operativi e retribuiti (presidente e professore universitario) dell’organo di vertice dello stesso Cnr.
Dopo il nostro articolo, che ha suscitato non pochi commenti a piazzale Aldo Moro, il cda si è riunito, ma come si apprende da una sintesi delle decisioni adottate dal massimo consesso dell'ente, diffuso da Vito Mocella, membro dello stesso cda, “Il punto 3, relativo ad una proposta di modifica dell'art. 15 dello Statuto, è stato ritirato e non si è pertanto affrontata la discussione in merito”.
In pratica, c’è stato un clamoroso dietro front che, a detta di tanti, senza il nostro tempestivo articolo, difficilmente ci sarebbe stato.
Ora l'impegno del Foglietto è quello di verificare se vi siano situazioni pregresse di soggetti al vertice di enti pubblici che al momento del conferimento dell'incarico non siano stati collocati d'ufficio in aspettativa.