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Mercoledì, 03 Lug 2024

La vicenda del conferimento delle tre deleghe, ad altrettanti componenti del consiglio di amministrazione, da parte del presidente del Cnr, Massimo Inguscio, alla quale Il Foglietto ha dedicato un articolo lo scorso 19 gennaio, è finita in Parlamento, a Palazzo Madama sede del Senato della Repubblica, dove il 31 gennaio nove senatori del Movimento 5 Stelle (primo firmatario, Nicola Morra), hanno presentato una interrogazione con richiesta di risposta scritta (n. 4-06911), che, di seguito, si riporta integralmente.

MORRA, MORONESE, SERRA, PUGLIA, DONNO, CAPPELLETTI, SANTANGELO, GIARRUSSO, GAETTI - Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dell'economia e delle finanze - Premesso che:

il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) è ente pubblico nazionale di ricerca con competenza scientifica generale, vigilato dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con un ruolo centrale di riferimento in ambito nazionale atteso il "compito di svolgere, promuovere, diffondere, trasferire e valorizzare attività di ricerca nei principali settori di sviluppo delle conoscenze e delle loro applicazioni per lo sviluppo scientifico, tecnologico, economico e sociale del Paese". È dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia scientifica, finanziaria, organizzativa, patrimoniale e contabile;

organo di vertice del CNR è il presidente. Ai sensi dell'art. 6 dello statuto: "Il presidente ha la rappresentanza legale dell'Ente, è responsabile delle relazioni istituzionali, vigila e sovrintende il corretto svolgimento delle attività dell'Ente. Il presidente: a) convoca e presiede il consiglio di amministrazione stabilendone l'ordine del giorno; b) convoca e presiede il consiglio dei direttori di dipartimento stabilendone l'ordine del giorno; c) convoca il consiglio scientifico stabilendone l'ordine del giorno e lo presiede senza diritto di voto; d) conferisce l'incarico al direttore generale sulla base della delibera di nomina del consiglio di amministrazione. In caso di urgenza, adotta provvedimenti di competenza del consiglio di amministrazione, da sottoporre a ratifica nella prima riunione successiva del consiglio stesso. Il presidente è scelto tra persone di alto profilo scientifico e competenze tecnico-organizzative con le procedure di cui all'articolo 11 del decreto di riordino, dura in carica quattro anni e può essere confermato una sola volta. In caso di assenza o impedimento il presidente è sostituito dal vice presidente eletto dal consiglio di amministrazione tra i suoi componenti";

considerato che:

presidente del CNR, a decorrere dal 20 febbraio 2016, è il professor Massimo Inguscio, incarico che ha svolto cumulativamente a quello di professore ordinario di Fisica presso l'università degli studi di Firenze fino al 1° giugno 2016, data del suo collocamento in aspettativa senza assegni dall'incarico universitario (come già illustrato nell'atto di sindacato ispettivo 4-05986);

da notizie apparse su "Il Foglietto della Ricerca" del 19 gennaio 2017, si è appreso che il presidente Inguscio ha delegato la parte più qualificante dei poteri conferitigli dallo statuto a tre componenti del consiglio di amministrazione. Infatti, in virtù di tre distinti provvedimenti datati 17 gennaio 2017, ha demandato a tre consiglieri "il compito di vigilare e sovrintendere il corretto svolgimento delle attività dell'Ente, con attività di studio, analisi e trattazione delle problematiche relative agli Istituti del CNR, con la finalità di evidenziarne le criticità e proporre soluzioni operative idonee al loro superamento";

i tre consiglieri destinatari dei provvedimenti sono: la professoressa Gloria Saccani Jotti, ordinario di Patologia clinica presso l'università degli studi di Parma; il professor Tommaso Edoardo Frosini, ordinario di Diritto pubblico presso l'università "Suor Orsola Benincasa" di Napoli; il professor Roberto Lagalla, ordinario di Biopatologia e biotecnologie mediche presso l'università di Palermo, nonché ex rettore della stessa università, ex assessore regionale per la sanità della Sicilia della Giunta Cuffaro e, secondo recenti articoli di stampa, possibile candidato alla carica di presidente della Regione Sicilia alle elezioni che si svolgeranno nel corso del 2017 (si veda un articolo su "ilsicilia", 18 dicembre 2016);

la professoressa Saccani Jotti dovrà occuparsi degli istituti afferenti al Dipartimento di scienze biomediche, il professor Frosini di quelli afferenti al Dipartimento di scienze umane e sociali, patrimonio culturale e il professor Lagalla degli istituti collocati nell'area meridionale del Paese;

considerato inoltre che:

dalla lettura degli articoli 6 e 7 dello statuto si evince che l'unica previsione di conferimento di deleghe riguarda quelle che il consiglio di amministrazione può operare in favore del presidente, mentre non è inserita alcuna previsione di delega dal presidente al consiglio di amministrazione o a suoi singoli componenti;

tuttavia, dalla lettura dell'art. 12 si deduce che per il CNR sono già previste delle strutture organizzative (Dipartimenti) con compiti di promozione, proposta, programmazione, coordinamento e vigilanza degli istituti che vi afferiscono per ogni singola macroarea di ricerca scientifica e tecnologica in cui si articolano le attività del CNR stesso. A parere degli interroganti i Dipartimenti, quindi, assolvono già l'importante compito di coadiuvare ed istruire le pratiche che consentono al presidente (ed al consiglio d'amministrazione) di espletare il compito di vigilare e sovrintendere al corretto svolgimento delle attività;

risulta agli interroganti che, nel corso dell'ultima seduta del consiglio d'amministrazione, il dottor Vito Mocella, componente eletto dalla comunità scientifica dell'ente, abbia sollevato dubbi di legittimità in ordine alla decisione assunta dallo stesso presidente di conferire le deleghe;

considerato infine che, a parere degli interroganti:

la deroga alla sfera delle attribuzioni e competenze degli organi di enti pubblici, posta in essere con l'istituto della delega, può essere ammissibile solo nei casi in cui sia espressamente prevista dalla legge, oltre che conferita con atto scritto. Nel caso di specie non appare ravvisabile alcuna previsione normativa o statutaria che legittimi l'operato del presidente del CNR. Per di più, i tre provvedimenti di delega adottati sembrerebbero introdurre la possibilità di violazione dei principi di organizzazione dell'ente stesso previsti dallo statuto, con il commissariamento di fatto dei Dipartimenti, le cui funzioni sono elencate in maniera esaustiva nell'articolo 12 dello statuto;

i tre provvedimenti, oltre tutto, non sembrano soddisfare criteri di coerenza, logicità ed efficienza, atteso che nell'Italia meridionale sono allocati istituti di scienze biomediche e di scienze umane e sociali, per cui appare evidente una sovrapposizione con un possibile conflitto di competenze tra i tre delegati;

inoltre, atteso che il presidente del CNR sia scelto tra persone di alto profilo scientifico e competenze tecnico-organizzative, si dubita che la delega delle funzioni più qualificanti dell'incarico presidenziale sia confacente con il mandato assegnato e con la retribuzione corrisposta;

l'operazione posta in essere con il conferimento di deleghe, quindi, non sembra trovare alcun solido appiglio logico, normativo, razionale, ma appare dettata da motivi di mera lottizzazione politica della ricerca pubblica italiana o, peggio, da ipotesi di intera privatizzazione del comparto, nel solco iniziato con la creazione della fondazione "Human Technopole",

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intendano intraprendere, per garantire il corretto espletamento degli incarichi di presidenza presso il CNR;

se intendano assumere iniziative, nell'ambito delle proprie attribuzioni, affinché siano effettuati i doverosi riscontri ed accertamenti in merito;

se il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca non ritenga di dover adottare provvedimenti per evitare che, negli enti pubblici di ricerca, vengano poste in essere riorganizzazioni a giudizio degli interroganti larvate, al di fuori delle procedure di legge, al fine di sanzionare eventuali condotte illegittime accertate, e per far sì che la ricerca pubblica venga potenziata e non svilita quale merce di scambio politico.

(4-06911)

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