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Sabato, 04 Mag 2024

Diversamente da quanto accaduto sinora, in questi ultimi giorni la grande stampa nazionale ha dedicato particolare attenzione alle modalità attraverso le quali la statistica ufficiale raccoglie, elabora e diffonde le informazioni oggetto delle sue indagini, fatte naturalmente nell’interesse pubblico. Particolare risalto ha ricevuto il Parere del Garante della privacy sull’aggiornamento 2018/2019 al Programma statistico nazionale 2017/2019, oggetto di numerosi rilievi.

Il Garante osserva, in via preliminare che nel corso degli ultimi anni è emersa la progressiva tendenza dell'Istat a rafforzare l'utilizzo dei dati amministrativi a fini statistici, dotandosi di una vera e propria infrastruttura centralizzata per la loro gestione, che contiene la duplicazione di numerose decine di archivi amministrativi e statistici relativi alla totalità dei cittadini. Il processo di integrazione degli archivi in tale repository prevede che, attraverso i codici fiscali delle persone fisiche censite nelle diverse banche dati, tramite tecniche di record linkage (che consistono nell'attribuzione di record provenienti da diverse fonti allo stesso soggetto in ragione della presenza di chiavi comuni di collegamento), venga attribuito, a ciascun individuo, uno specifico codice univoco, denominato "codice SIM".

Al riguardo, il Garante sottolinea che nel SIM, contenente dati identificativi diretti, attraverso nuove acquisizioni e integrazioni di dati provenienti da fonti amministrative e statistiche, in costante incremento e in prospettiva diacronica, si determina una vera e propria schedatura permanente di ogni individuo, nel tempo e nello spazio, con gravi rischi per i diritti e le libertà degli interessati

Particolari criticità rileva il Garante circa:

a) la decisione di utilizzare le risultanze del censimento per la puntuale revisione delle anagrafi della popolazione residente;

b) l'integrazione, presso un unico soggetto (Istat), di interi archivi amministrativi raffrontati tra loro con tecniche di linkage e di georeferenziazione;

c) le modalità di realizzazione del censimento e l'informativa agli interessati.

In special modo, insiste il Garante sul fatto che l'integrazione, presso l'Istat, di intere basi dati amministrative relative alla totalità della popolazione, con trattamenti automatizzati volti anche a definire il profilo o la personalità dell'interessato (ancorché non finalizzati a una ricaduta amministrativa sugli individui, vietata dalla predetta normativa sulla protezione dei dati personali), richiede necessariamente l'introduzione di uno specifico quadro di garanzie a tutela degli interessati, specie in relazione alla natura, alla qualità dei dati, alle modalità del trattamento, nonché alle misure di sicurezza, che allo stato non risultano individuati.

Nello schema di Aggiornamento in esame, sempre secondo il Garante, sono contenute numerose "statistiche da indagine", che prevedono il coinvolgimento di soggetti minori di età, anche infra-quattordicenni, in qualità di "unità di rilevazione" (es. IST-02607-Indagine su bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri, IST-01858-Multiscopo sulle famiglie: uso del tempo, IST-02565-Indagine europea sulla salute (EHIS), IST-02726-Indagine sulle discriminazioni, IST-02732-Indagine sulla immagine sociale della violenza nella popolazione e nelle scuole, IST-02066-Indagine sulla condizione degli stranieri).

In via generale, al fine di assicurare il massimo rispetto ai diritti, alla libertà e alla dignità di soggetti la cui personalità è ancora in via di sviluppo, il Garante ha invitato l'Istituto di via Balbo a valutare con estrema attenzione l'opportunità di trattare dati personali riferiti a tale particolare categoria vulnerabile di interessati e ad adottare appropriate garanzie (ad esempio, innalzando l'età per la quale la raccolta dei dati viene effettuata tramite proxy e rendendo anonimi i dati al termine del trattamento statistico per il quale sono stati raccolti).

Nel solco di tali rilevanti criticità, si collocano anche i rilievi relativi al lavoro statistico IST-02748-Archivio disabilità, che si propone di integrare fonti amministrative e statistiche al fine costituire un archivio delle persone con disabilità.

Al riguardo, il Garante rileva l'insufficienza delle misure di garanzie indicate nel prospetto informativo che potrebbe verosimilmente determinare la violazione delle disposizioni del Codice e del Regolamento. Pertanto, invita l'Istituto, prima di avviare il trattamento, a comunicare al Garante stesso tutti gli elementi necessari a consentire una compiuta valutazione circa la conformità dello stesso alla disciplina sulla protezione dei dati personali (corredando, in particolare, tale comunicazione della valutazione di impatto, che dovrà essere condotta dall'Istituto, ai sensi dell'art. 35 del Regolamento, dal momento che il predetto trattamento sarà effettuato successivamente alla data in cui questo diverrà pienamente applicabile).

Altri rilievi formula il Garante sulla delicata materia dei suicidi. Il lavoro statistico ISS-00053 - Osservatorio epidemiologico sui suicidi e tentativi di suicidio - è volto alla creazione, da parte dell'Istituto superiore di sanità, di un osservatorio epidemiologico basato sull'integrazione di fonti di dati amministrativi e statistiche (raccolte da altre amministrazioni per finalità di cura e amministrative ad essa correlate).

Al riguardo, il Garante osserva che la normativa vigente applicabile al trattamento a fini epidemiologici di dati idonei a rivelare lo stato di salute, che si intenderebbero utilizzare nell'ambito del predetto Osservatorio, prevede l'adozione di specifiche garanzie a tutela degli interessati.

Pertanto, anche in attesa dell'adozione del nuovo decreto legislativo, volto a ridefinire il quadro giuridico nazionale in materia di protezione dei dati personali, con possibili ricadute anche sul trattamento connesso al lavoro in esame, lo stesso Garante ritiene necessario sospendere il trattamento ivi previsto, al fine di avviare un confronto con l'Istituto superiore di sanità per garantire il rispetto dei diritti, delle libertà e della dignità degli interessati.

Lo schema di Aggiornamento in esame include 23 lavori statistici per i quali è prevista la diffusione di variabili, in forma disaggregata, al fine di soddisfare specifiche "esigenze conoscitive anche di carattere internazionale e comunitario".

Al riguardo, il Garante rileva che, in alcuni casi, diversamente da quanto previsto nei precedenti Psn, non viene garantito adeguatamente il rischio di reidentificazione dei singoli interessati.

Ciò vale, in particolare, con riferimento al lavoro della Presidenza del Consiglio dei Ministri, PCM-00033 - Le adozioni internazionali, volto allo studio, analisi e monitoraggio delle adozioni.

Secondo il Garante, al fine di garantire il più alto livello di tutela della riservatezza, dignità e libertà fondamentali dei minori coinvolti nelle procedure di adozione, è invece, necessario che tali dati vengano diffusi rispettando i livelli di aggregazione previsti nei precedenti Psn.

A fronte dei rilievi del Garante, l’Istat, per il tramite del suo presidente, ha già fatto sapere di essere impegnata a adottare tutte le contromisure necessarie per garantire la privacy dei respondents in tutte le indagini di cui si è detto sopra. Ciò risponde, del resto, alle prescrizioni della legge nazionale (fra le altre, da ultimo, si veda la legge di bilancio 2018, art. 1, commi 227-239) nonché della normativa comunitaria (si avverte, in proposito, che sta per essere emanato un regolamento che pone vincoli ancora più stringenti circa le garanzie da adottare per la tutela delle unità rilevate).

E’, comunque, appena il caso di ricordare che il ricorso ai registri amministrativi, da qualche tempo invalso anche in Italia, oltre a far risparmiare consistenti risorse, come quelle che venivano impiegate per i censimenti, consente un più rapido aggiornamento delle anagrafi ed è assolutamente in linea con le prassi in uso negli altri paesi d’Europa.

Secondo i maligni (schiera alla quale non apparteniamo), la notizia del parere del Garante (finora ignoto al mondo, salvo agli addetti ai lavori) potrebbe essere stata diffusa per far apparire in negativo l’attuale organo di vertice dell’Istat, ormai in scadenza, così da metterne a rischio una possibile riconferma.

In ogni caso, se è un esperto che occorre trovare, ci sembra che, anche alla luce delle recenti esperienze fatte in questo campo, nessuno meglio di Mark Zuckerberg potrebbe ricoprire il ruolo di presidente dell’ente statistico … sempre che voglia accettarlo.

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