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Venerdì, 08 Nov 2024

Clara Immerwhar era nata nel 1870 in Slesia, in una famiglia della grande borghesia ebraica e negli studi seguì le orme del padre, scienziato di fama. Fu la prima donna a conseguire la laurea in Chimica in Germania nel 1900 e, l’anno dopo, sposò Fritz Haber, ebreo e collega, con cui ebbe un figlio.

Mentre la carriera del marito decollava, Clara dovette adattarsi malvolentieri al ruolo di madre, di moglie e traduttrice dei lavori del marito.

Le ricerche di Fritz Haber, iniziate con lo studio del processo di sintesi dell’ammoniaca, si indirizzarono verso l’indagine dei gas. Allo scoppio della prima guerra mondiale, lo scienziato mise al servizio dell’industria bellica l’invenzione dei primi gas asfissianti, da usare come armi di distruzione di massa.

Clara protestò con ogni mezzo contro le scelte del consorte e, nella corrispondenza scambiata con un'amica, traspare anche la sua lunga sofferenza per il ruolo sottomesso.

“È sempre stato parte della mia attitudine il pensiero che una vita valga veramente la pena di essere vissuta se si fa pieno uso delle abilità che si possiedono e se si prova ogni tipo di esperienza che la stessa può offrire. È stato sotto questo impulso che decisi di sposarmi… La vita che ne ho ottenuto è stata breve a causa del modo oppressivo di Fritz di porre se stesso per primo, sia a casa sia nel matrimonio, cosicché una personalità meno violentemente auto-compiacente può solo essere distrutta”.

Dopo la battaglia di Ypres del 1915, dove venne usata per la prima volta l’iprite, uno dei gas asfissianti inventati da Haber, Clara si tolse la vita con la pistola del marito, ritenendola l’unica possibilità per non diventarne complice. I giornali non ne diedero notizia e la salma fu sepolta senza autopsia.

Fritz Haber si risposò, ricevette il Nobel per la chimica nel 1918, ufficialmente non per l’iprite, ma per aver scoperto le proprietà detonanti dell’ammoniaca. Più tardi sviluppò il gas zyklon, usato nelle camere a gas dei lager.

Come ebreo, fu comunque espulso dalla Germania e morì a Basilea nel 1934, sulla strada dell’esilio verso Israele.

Per approfondire: Sara Sesti e Liliana Moro, "Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", pag. 250, 16 €, Ledizioni, Milano 2020. Anche in versione e-book a 6.99 €.

Sara Sesti
Matematica, ricercatrice su " Donne e scienza", collabora con l'Università delle donne di Milano
www.facebook.com/sara.sesti13

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