Questa data è stata scelta per celebrare le due ricorrenze perché nel sistema anglosassone si scrive 3.14 come le prime tre cifre di “Pi greco”, la costante, che esprime il rapporto tra la lunghezza di una circonferenza e il suo diametro.
È stato Archimede ad approssimarla a 3.14 nel III secolo a.C., ma la costante era già utilizzata in modo empirico da altre civiltà, tra cui quella degli egizi e dei babilonesi.
Si è arrivati al suo calcolo nel tentativo di risolvere il problema della “quadratura del cerchio”, cioè di costruire con riga e compasso un quadrato di area uguale a quella di un cerchio dato.
Eulero, uno dei più grandi matematici di ogni epoca, l’ha denotata nel Settecento con un simbolo: la lettera greca π.
La costante π non ha perso importanza nel corso dei secoli: è utilizzata nel calcolo delle probabilità e è quindi utile per simulare l’efficacia di un farmaco o le proiezioni delle azioni in borsa, è fondamentale in architettura e nell’arte.
L’iniziativa del “Pi Greco Day” è nata nel 1988 per opera del fisico Larry Shaw. È poi diventata un appuntamento annuale e dal 2020 la ricorrenza coincide con la “Giornata Internazionale della Matematica” con la finalità di incoraggiare i giovani allo studio di questa disciplina.
Oggi ricorre anche l’anniversario di Albert Einstein, nato il 14 marzo del 1879, una singolare circostanza che lo ricorda in questi giorni per la sua convinzione: “La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”.
Nell’immagine: Archimede, Einstein e Maryam Mirzakhani, unica donna medaglia Fields per la matematica.
Per approfondire: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie”, Ledizioni 2020.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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