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Mercoledì, 03 Lug 2024

Comunicato Usi/RdB

Con una stringata informativa alle organizzazioni sindacali, l’amministrazione ha comunicato, senza alcun confronto preventivo, l’imminente indizione di un concorso pubblico nazionale a tre posti da dirigente di ricerca così suddivisi:

 

-         area contabilità nazionale: esperto di statistica economica, con particolare riferimento all’elaborazione dei conti economici e finanziari;

-         area finanza pubblica: esperto di statistica economica applicata al settore delle Amministrazioni pubbliche, con particolare riferimento alle elaborazioni di contabilità nazionale finalizzate alla costruzione del sistema dei conti e delle statistiche connesse;

-         area amministrazioni pubbliche: esperto di statistica economica applicata al settore delle Amministrazioni pubbliche, con particolare riferimento alle elaborazioni dei relativi bilanci, alla misura e analisi delle performance e dell’output delle Amministrazioni pubbliche.

Si tratta di attività altamente specifiche, quasi al limite dell’individuazione nominativa, che fino a poco tempo fa venivano svolte da alcuni ricercatori Istat della Contabilità Nazionale, transitati medio tempore alla Ragioneria Generale dello Stato, in quanto vincitori di un concorso per dirigenti di seconda fascia.

Se, per mera ipotesi, alla fine della procedura concorsuale che l’Istat si appresta a bandire, tra i vincitori dovessero figurare proprio i ricercatori transitati alla RGS, i medesimi tornerebbero all’Istat, per svolgere lo stesso incarico del passato, con un inquadramento da dirigente di ricerca. Il che appare davvero paradossale!

Dopo oltre un anno di inerzia sullo specifico problema, ignorando la possibilità di poter rimpiazzare con una “call” interna i vuoti che si erano venuti a creare, l’Istat ha adottato una decisione che sembra non corrispondere ad alcuna logica organizzativo-gestionale.

Così facendo, però, si introduce un pericoloso precedente e si potrebbe aprire una stagione di concorsi “ad personam”,  mortificando le legittime aspettative di progressione di carriera di numerosi ricercatori e tecnologi, i quali d’ora in avanti, dovranno raccomandarsi a qualche “santo in paradiso”, affinchè vengano banditi concorsi “ad hoc” per la loro specifica attività, con buona pace della mobilità interna.

Evidentemente, la “trasparenza” nei concorsi, più volte promessa dalla nuova gestione dell’ente, si concretizza in un concorso in cui a priori viene di fatto impedita la partecipazione a gran parte della platea dei possibili aspiranti interni.

Un modus operandi niente affatto condivisibile, che crea palesi discriminazioni, in disparte il disinteresse fino ad oggi mostrato soprattutto nei confronti degli idonei ai concorsi pubblici, le cui graduatorie perderanno di effetto alla fine del 2010, ai quali l’amministrazione, nonostante le reiterate richieste di Usi/RdB, continua a negare il diritto di conoscere il proprio destino.

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