di Biancamaria Gentili
Martedì scorso, dopo l’articolo del Foglietto dal titolo “Cnr, Miur corregge statuto e vuole nominare il dg”, Luciano Maiani si è affrettato a trasmettere a tutte le sigle sindacali la nota del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (Miur) con il nutrito elenco di rilievi, tutt’altro che formali, allo statuto, che il cda dell’ente, assistito da ben cinque esperti, aveva approvato l’11 agosto.
“Premesso che l’impostazione di fondo dello statuto è senz’altro valida - scrive l’avv. Vincenzo Nunziata, capo di Gabinetto del ministro Gelmini - si ritiene che alcune questioni non di secondaria importanza richiedono interventi di rettifica”.
In sostanza, una vera e propria bocciatura per il testo fortemente voluto da Maiani che, secondo il Miur, non potrà - qualora fosse confermato nell’incarico di presidente - cumulare la carica con quella di presidente del Consiglio scientifico.
Brutte notizie anche per il vice presidente dell’ente che, qualora dovesse sostituire il presidente “in nessun caso potrà percepire la relativa indennità di carica”.
Il Miur ha altresì richiesto la drastica riduzione dei Dipartimenti: da 11 a 7. Per Usi/RdB, se il taglio richiesto fosse stato ancor più radicale, con la cancellazione totale dei Dipartimenti, nessun danno concreto sarebbe derivato alla comunità scientifica.
Tagli sono stati richiesti anche per gli Istituti, ai quali - sempre secondo il Ministero - va sottratto il potere di spesa e di acquisizione delle entrate, che diventano appannaggio esclusivo del direttore generale, il quale potrà al massimo, con una norma regolamentare e entro limiti predeterminati, delegare i direttori di Istituto.
Per il ministro Gelmini, da cancellare sono anche le direzioni centrali, atteso che il nuovo assetto organizzativo dell’ente è “incentrato sulla Direzione Generale”, per cui è “inimmaginabile l’esistenza di simili strutture”.
Da ridurre a cinque, secondo il Miur, sono anche i membri del cda, che lo statuto fissava a sette. Sul punto, si attende anche il parere del ministero dell’Economia.
Ma la ciliegina sull’amara torta recapitata a Maiani è rappresentata dalla richiesta del Miur di avocare a sè, in fase di prima applicazione del nuovo statuto, la nomina del Direttore generale. Una pretesa che, se da un lato, urta rumorosamente contro una delle finalità più significative del decreto di riordino degli enti di ricerca, che è quella di assicurarne l’autonomia, dall’altro, suona come un avviso di sfratto non solo per il dg in carica, Fabrizio Tuzi, ma anche per lo stesso Maiani, che sembra destinato a essere giubilato dalla Gelmini.