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- di Redazione
Sono stati pubblicati il 3 aprile scorso, sulla prestigiosa rivista scientifica Oncogene, i risultati dello studio che svelano un nuovo meccanismo attraverso il quale le cellule staminali dei tumori polmonari si propagano.
Sono stati pubblicati il 3 aprile scorso, sulla prestigiosa rivista scientifica Oncogene, i risultati dello studio che svelano un nuovo meccanismo attraverso il quale le cellule staminali dei tumori polmonari si propagano.
Sono i signori della salute pure se qualcuno li ha definiti gli inventori delle malattie. Amati almeno quanto odiati, i colossi del farmaceutico sono una delle colonne portanti del nostro modello sociale, che oggi misura il suo successo guardando a due numeri: la crescita del pil e quella dell’età media, che poi è al tempo stesso una delle questioni più problematiche con le quali dobbiamo fare i conti. Ma Big Pharma non è solo, o almeno non più, un efficientissimo sistema per produrre e vendere farmaci. Da un pezzo ormai le compagnie farmaceutiche si sono evolute fino a entrare dentro business fino a pochi decenni fa del tutto alieni: il brevetto genetico, la produzione di ogm, la chimica alimentare, con il mondo misterioso degli additivi. Dentro una compagnia farmaceutica si trattano molecole, quindi, dna. La loro applicazione pratica conosce ormai come limite solo la fantasia.
Gravidanza sempre più sicura per le future mamme e i loro bambini grazie al test diagnostico messo a punto dalla Roche, che consente di rilevare lo sviluppo della preeclampsia (o gestosi) in donne che presentano fattori di rischio, fino a 4 settimane prima del manifestarsi dei sintomi clinici.
Un team internazionale di scienziati, di cui fa parte anche Gaetano Valenza, ricercatore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e del Centro Piaggio dell’Università di Pisa, è riuscito a definire un nuovo biomarker, capace di dare informazioni sulla salute di pazienti specifici, partendo da un’analisi matematica avanzata dell’elettrocardiogramma. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista di Nature, Scientific Reports.
Presto, per impedire che il tumore del seno riprenda a svilupparsi, anche dopo la chemioterapia, una nuova arma potrebbe arrivare dalla scienza, grazie ai risultati ottenuti da un team di ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia, dell’Istituto Firc di Oncologia molecolare (IFOM) e dell’Università Statale di Milano (UNIMI), sostenuta dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC).
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