Tutti gli studenti di chimica e biochimica incontrano, prima o poi, l’equazione di Michaelis-Menten: una formula che descrive la velocità delle reazioni catalizzate dagli enzimi e ne misura l’efficienza. Ciò che spesso sfugge è che dietro questa scoperta fondamentale c’è una scienziata: la canadese Maud Leonora Menten (1879-1960).
Laureatasi in Chimica all’Università di Toronto nel 1904, Menten ottenne il dottorato nel 1911.
Dopo un primo interesse per la fisiologia, intraprese la carriera di ricercatrice e contribuì in modo decisivo alla comprensione delle reazioni enzimatiche. Fu lei a formulare l’equazione che porta il suo nome accanto a quello di Michaelis, una legge essenziale per descrivere l’interazione tra un enzima e il suo substrato e per determinare la velocità delle reazioni catalizzate.
Determinata e instancabile, dopo il dottorato lavorò come primaria di patologia al Children’s Hospital di Pittsburgh, distinguendosi per un impegno fuori dal comune: si racconta che in alcune occasioni arrivasse a lavorare fino a 18 ore consecutive.
Al di fuori del laboratorio, era una figura sorprendentemente eclettica: musicista e clarinettista, pittrice, poliglotta — parlava russo, francese, tedesco, italiano e perfino una lingua dei nativi americani.
Nel 1944, pubblicò la tecnica azo-dye, utilizzata per diagnosticare varie forme di leucemia, e nello stesso anno fu tra i pionieri dell’elettroforesi, metodologia che ancora oggi ha un ruolo centrale nella ricerca scientifica.
Eppure, nonostante il talento e i contributi d’eccezione, la nomina a docente ordinaria arrivò solo nel 1948, quando aveva già 69 anni.
Negli ultimi anni della sua carriera lavorò come ricercatrice al British Columbia Medical Research Institute, dal 1951 al 1953.
Per approfondire: "Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", Ledizioni, Milano 2023.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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