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Mercoledì, 03 Lug 2024

I risultati di una importante ricerca, tutta made in Italy, pubblicati nei giorni scorsi sulla prestigiosa rivista internazionale di cardiologia, The European Heart Journal, dimostrano, per la prima volta, che “nel sangue dei pazienti con infarto circola un batterio intestinale, l’Escherichia coli, che si concentra nel trombo, facilitandone la crescita”.

A darne notizia è stato l’Ufficio stampa del Policlinico Universitario Umberto I di Roma, nel cui comunicato si legge, tra l'altro, che le malattie cardiovascolari, che includono infarto del miocardio e ictus, sono le principali cause di morbilità e mortalità nel nostro Paese. Ogni anno più di 100.000 italiani sono colpiti da queste due malattie, con un aggravio economico e sociale per le famiglie e lo Stato.

La maggior parte degli infarti – prosegue la nota - si verifica a causa della formazione di un coagulo di sangue (trombo) che va a ostruire una o più arterie coronarie (le arterie che portano sangue ossigenato e sostanze nutritive al muscolo cardiaco), ma i meccanismi che ne sono alla base non sono stati completamente chiariti.

La ricerca, condotta su un campione di 150 pazienti, è frutto della collaborazione di un team di cardiologi, cardiologi interventisti, anatomopatologi, patologi clinici e biologi, guidato dal professor Francesco Violi, Direttore della I Clinica Medica del Policlinico Universitario Umberto I di Roma.

In 50 pazienti colpiti da infarto è stata analizzata la concentrazione della capsula batterica presente nei trombi ed è stata confrontata con quella di 50 pazienti in condizione normale (angina stabile) e di 50 soggetti di controllo. I ricercatori hanno osservato nel gruppo degli infartuati una presenza batterica significativamente superiore rispetto a quella degli altri due gruppi, associandola all’attivazione delle piastrine a livello del trombo.

Attraverso metodiche di biologia molecolare è stato possibile dimostrare che il batterio che circolava nel sangue dei pazienti con infarto era l’Escherichia Coli, tipicamente di origine intestinale.

Per comprendere il motivo della presenza batterica, il team ha analizzato la permeabilità intestinale dei soggetti con infarto, la quale è risultata alterata rispetto ai soggetti di controllo. Tale condizione è stata correlata con la concentrazione della capsula batterica nel trombo coronarico, suggerendo che l’aumentata permeabilità intestinale sia responsabile della traslocazione batterica nel sangue dei soggetti con l’infarto. Il fenomeno è stato riprodotto a livello animale attraverso l'iniezione di Escherichia Coli, che ha amplificato la trombosi.

I ricercatori hanno inoltre individuato il recettore cellulare cui l'Escherichia Coli si lega per facilitare la trombosi, Toll-like receptor 4, e hanno bloccato il processo trombotico, favorito dalla stessa Escherichia Coli, attraverso un inibitore specifico.

“Questi risultati – ha spiegato il professor Violi – oltre ad aver definito un nuovo meccanismo che favorisce l'infarto, aprono nuove prospettive terapeutiche per la sua cura che prevedono o l’uso della molecola individuata nei casi acuti o lo sviluppo di un vaccino che prevenga il processo di trombosi delle coronarie”.

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