Lo scorso 8 dicembre, su “Buone notizie”, inserto del martedì del Corriere della Sera, è apparsa una lunga intervista a firma di Elena Comelli, dal titolo «Così dovrà cambiare il paesaggio italiano», al presidente di Legambiente, Stefano Ciafani.
Alcune affermazioni del n.1 dell’associazione ambientalista hanno provocato l’immediata reazione di Italia Nostra con una nota, titolata «Pale eoliche come torri rinascimentali, Legambiente getta la maschera sul tema rinnovabili», apparsa due giorni dopo sul proprio sito web, a firma del consigliere nazionale, nonché presidente della sezione Vulture Alto Bradano, Vitantonio Iacoviello.
In particolare, è stato l’incipt, ma non solo, dell’intervista a far sobbalzare l’esponente di Italia Nostra, laddove il presidente di Legambiente ha dichiarato: “Il paesaggio italiano cambierà. La transizione verde si farà, con molte opere che saranno realizzate sul territorio. Sorgeranno nuove pale eoliche, nuovi campi fotovoltaici, nuovi impianti di depurazione delle acque, nuove linee ferroviarie, nuove piste ciclabili. E sarà bene così”.
E alla domanda della giornalista: “Non avete paura che il paesaggio italiano venga sconciato?”, la risposta di Ciafani è stata: “Nessuna paura, perché il territorio italiano è sempre cambiato, fin da quando i romani costruivano i loro acquedotti o i geni del Rinascimento edificavano le loro magnifiche cattedrali. Le pale eoliche e le ferrovie ad alta velocità sono le nostre cattedrali e servono a rendere vivibile il pianeta anche per i nostri figli e nipoti, spegnendo le centrali a carbone e togliendo dalla strada le auto alimentate a combustibili fossili che avvelenano l’aria e aumentano le concentrazioni di gas a effetto serra in atmosfera aggravando la crisi del clima”.
Infine, in risposta alla domanda “Aprendo le consultazioni (con il governo, ndr), non si scatenerà l’opposizione dei no tav, non questo e no quello?”, il presidente di Legambiente ha dichiarato: ”Chi si opporrà alla realizzazione delle opere necessarie alla ripresa verde non si può definire un ambientalista, perché ci condanna ad annegare nella plastica e a restare schiavi delle fonti fossili. Per questo motivo gli Amici della Terra sono soprannominati Amici della Serra. E nella stessa categoria metto anche i Medici per l’Ambiente, che bloccano qualsiasi progresso sostenendo per esempio che gli impianti di riciclo e le acciaierie decarbonizzate rappresentano un problema per la salute. Così ci teniamo le discariche tossiche e le fabbriche inquinanti”:
Di fronte a queste affermazioni, l’esponente di Italia Nostra, Iacoviello, dopo aver espresso solidarietà alle associazioni bacchettate da Ciafani, scrive: “Ma come si possono paragonare le monumentali splendide cattedrali rinascimentali e i giganteschi acquedotti romani, giunti fino a noi dopo decine di secoli a testimonianza della grandezza dell’ingegno umano, con le migliaia di pale e gli sterminati campi fotovoltaici? Questi ultimi testimoniano solo l’insensibilità e l’ingordigia di pochi, a danno della collettività, della dignità delle persone, della perdita del prezioso Bene Paesaggio. Che vadano a spiegarlo alle centinaia di persone, ad una per una, che in tutta Italia, ma soprattutto al Sud, si trovano a combattere contro questi mostri che senza pudore alcuno vengono paragonati a cattedrali e acquedotti! Ah…, se, oltre a quelle dei cittadini, si svegliassero finalmente le intelligenze e le coscienze di chi, avendone il potere, potrebbe impedire gli scempi”.
Ma forse il presidente Ciafani dimentica che ancora (r)esiste l’articolo 9 della Carta fondamentale!
Adriana Spera