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Mercoledì, 03 Lug 2024

La pulizia meccanica del tratto cittadino del Torrente Campagnano, disposta dai comuni di Cosenza e Rende, ha provocato una dura reazione da parte di numerose Associazioni ambientaliste.

Con un comunicato del 25 marzo scorso – sottoscritto da LIPU Calabria Coordinamento Regionale e Delegazione Provinciale, WWF Calabria Citra, Italia Nostra Vice Presidenza Nazionale, Forum Ambientalista Calabria, I Giardini di Eva, MEDiterranean MEDIA, Associazione Ambientalista “Il Riccio” Castrovillari, Associazione Solidarietà e Partecipazione Castrovillari, Comitato “Piazza Piccola Cosenza”, Comitato “Riforma Rivocati” – le Associazioni chiedono in primis alle due amministrazioni comunali di conoscere le motivazioni in base alle quali la pulitura di un alveo fluviale, evidentemente per liberarlo anche da plastica o altri materiali di rifiuto, venga eseguita con mezzi meccanici facendo tabula rasa di tutto, compresa la vegetazione ripariale, che rappresenta un insostituibile ambiente di vita per un gran numero di specie animali, tra cui diversi uccelli, mammiferi, anfibi e rettili, tutelati a livello regionale, nazionale e comunitario, nonché diversi canneti presenti lungo le sponde - luogo di rifugio e sosta per molte specie animali -  che ora si trovano ammassati in grossi cumuli lungo le due sponde.

Tale pratica – incalzano le Associazioni – del tutto anti-ecologica, ma assai diffusa negli ultimi anni, porta alla distruzione di delicati equilibri naturali, trasformando un ecosistema ricco di vita e di biodiversità in un vero e proprio deserto ecologico.

Poiché in questo periodo molte specie di uccelli, sia passeriformi che acquatici, sono in fase di nidificazione per cui, estirpando la vegetazione, vengono eliminati anche nidi e intere nidiate, le Associazioni chiedono, inoltre, di sapere:

- se i due comuni sono in possesso delle dovute autorizzazioni e chi le ha rilasciate, visto il periodo non certamente indicato ad eseguire questi tipi di lavori;

- se entrambi i comuni hanno tenuto conto delle Direttive Uccelli e Habitat e della Direttiva Quadro sulle Acque (DQA). L’obiettivo generale delle due direttive ambientali dell’UE, infatti, è quello di conservare gli habitat e la fauna selvatica più preziosa e in via di estinzione, compresi quelli connessi ai fiumi e torrenti. L’obiettivo della Direttiva Quadro sulle Acque, invece, è quello di prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo, migliorare lo stato delle acque e assicurare un utilizzo sostenibile basato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili;

- che fine hanno fatto tutte quelle specie legate alla vegetazione ripariale, dai passeriformi, come l’usignolo di fiume, agli ardeidi, come garzette e aironi a folaghe e gallinelle d’acqua, specie queste ultime, sempre ben visibili e motivo di attrazione naturalistica.

Ma, per le Associazioni, a soffrire per tale modus operandi non è solo l’ornitofauna ma anche le popolazioni di pesci e anfibi perché questi interventi porteranno ad una variazione del microclima, soprattutto nel periodo estivo.

“Per l’ennesima volta – concludono le Associazioni - il valore ecologico di fiumi e torrenti che attraversano i tratti urbani, nonché della vegetazione spontanea che cresce lungo le sue sponde e della fauna selvatica che abita questi ambienti, non viene riconosciuto e considerato durante la progettazione e realizzazione di opere pubbliche. E’ palese a tutti, tranne a chi amministra il bene pubblico, che interventi del genere sono deleteri e assolutamente da evitare per i motivi appena illustrati. Rivolgiamo pertanto un appello affinché chi di competenza possa immediatamente bloccare i lavori, così come concepiti, per avviare invece un’opera di manutenzione concordata con esperti del settore per evitare ulteriori ed inutili danni all’ambiente naturale. Quando vengono eseguiti interventi che riguardano l’ambiente sarebbe forse opportuno che le amministrazioni comunali convocassero non solo ingegneri, geometri o architetti ma anche naturalisti, forestali e botanici”.

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