Con un articolato documento, molte associazioni impegnate sui territori denunciano un grave errore del Piano Nazionale di Resilienza e Rilancio (PNRR): gli investimenti per la realizzazione di impianti a biometano. Una tecnologia che, peraltro, sarebbe in contrasto con la normativa europea e con le prescrizioni dettate dalla Commissione europea per l’attuazione del Next Generation Ue.
Le associazioni firmatarie del documento sottolineano che, pur essendo cambiato il governo, persistono nel PNRR gravi errori strategici nelle scelte e nella ripartizione delle risorse «tra i quattro capitoli della Missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. Il primo M2C1 era finanziato con 69,8 Miliardi sul totale di 196, ma di cui solo il 10%, pari a 7 Miliardi, erano destinati alla “sostenibilità ambientale” in agricoltura ed alla attuazione di politiche di “economia circolare”.
Dei 7 Miliardi veniva destinata all’“Economia circolare” una quota di appena 4,5 Miliardi – pari al 6,44% del budget – di fatto finanziando soltanto il “recupero di energia”, fase che non fa più parte dell’economia circolare che prevede le sole fasi di prevenzione-riutilizzo-riciclaggio. In particolare, si prevedeva di utilizzare per il progetto, impropriamente titolato “economia circolare”, la quasi totalità dei fondi (3,7 dei 4,5 Miliardi) destinati a sostenere esclusivamente la produzione di combustibili come il “BIO-METANO”, derivato dalla depurazione del BIOGAS prodotto a sua volta da scarti agricoli e dalla frazione organica dei rifiuti urbani – quel che è peggio, aggiungono le associazioni – senza considerare che l’articolo 3, punto 15 bis, l’articolo 11, comma 2, e l’articolo 11 bis, comma 5, della direttiva 851/2018/CE, recepita dal parlamento con il D. Lgs. 116/2020, hanno introdotto il “recupero di materia” ed escluso del tutto dagli obiettivi di riciclaggio dell’economia circolare questo tipo di recupero di energia».
Pensate che con il cosiddetto “Governo dei migliori” sia cambiato qualcosa in meglio? Tuttaltro, a parte le nuove denominazioni pompose di alcuni ministeri, «Con l’insediamento del governo Draghi pensavamo che – scrivono le associazioni – nel comparto “Rivoluzione verde e transizione ecologica” venisse supportata la vera “economia circolare”, basata sul “recupero di materia” attraverso il riutilizzo di beni, il compostaggio aerobico dell’organico ed il riciclaggio delle frazioni inorganiche per quanto riguarda la valorizzazione dei rifiuti differenziati. Per quanto riguarda il comparto energia, ci saremmo aspettati una visione di medio–lungo termine, con un chiaro rifiuto del ricorso all’idrogeno “grigio” o “blu”, quindi da metano o bio-metano, che non sono a emissioni zero. Dobbiamo constatare invece che anche nella bozza del PNRR del governo Draghi le scelte principali vengono confermate».
Ma non basta. Alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica” vengono stanziati solo 4,5 Miliardi, peraltro destinati quasi esclusivamente alla produzione di bio-metano (con 1,5 Miliardi per la riconversione a “bio-metano” del 70% degli ottocento vecchi impianti di biogas e 2,2 Miliardi per la costruzione di nuovi impianti per la produzione di “bio-metano”).
In pratica, per il governo Draghi l’economia circolare è rappresentata dal passaggio dai combustibili fossili al biometano derivato dal biogas, convinto che il bio-metano sia strategico per la decarbonizzazione e per l’economia circolare.
È appena il caso di ricordare che diversi recenti studi, vedasi ad esempio il paper redatto a settembre 2019 dalla European Federation for Transport and Environment AISBL, hanno dimostrano altresì che i mezzi pesanti alimentati a metano emettono più CO2 e particolato di quelli alimentati a diesel o a benzina, anzi produrrebbero un inquinamento atmosferico da NOx e da particolato PM2,5 e PM10 5 volte superiore ai motori Diesel modello 2013.
Come è noto, le combustioni, in generale, non conducono alla decarbonizzazione in quanto non sono ad emissioni zero e quindi non possono essere uno strumento di contrasto al surriscaldamento globale, ciononostante il governo destina 1,5 miliardi di euro alle centrali a biogas/biometano (a fronte di una produzione di energia da biogas nel periodo 2015-2020 pari solo allo 0.04% del totale).
Le associazioni sottolineano che «L’interpretazione dell’“Economia circolare” che emerge dalla bozza di PNRR del governo Draghi rischia dunque di ritardare la transizione ecologica e di mettere seriamente a rischio la possibilità per l’Italia di accedere ai fondi del NextGenerationUE, la cui erogazione dovrà rimanere coerente ai principi stabiliti e a quanto previsto nelle direttive europee sull’economia circolare».
Infatti, il regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF, Recovery and Resilience Facility) stabilisce che tutte le misure inserite in un piano per la ripresa e la resilienza (RRP, Recovery and Resilience Plan) debbano rispettare il principio “non arrecare un danno significativo” all’ambiente.
Concludendo, possiamo dire che giustamente le associazioni rammentano a Governo e Parlamento che «L’attuale situazione richiede il massimo rigore e la massima adesione alle evidenze per scongiurare non solo una sostanziale inefficacia delle misure adottate, ma, cosa davvero grave, un ulteriore peggioramento delle condizioni ambientali, climatiche e di salute».
Adriana Spera