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Domenica, 13 Ott 2024

L’assegnazione delle Bandiere blu viene riportata, con la gioia dei sindaci che se ne vantano, come se fosse una qualifica dello stato di salute del mare: “Migliorata la qualità dell’acqua”…, “Il mare pulito”. Intervengo come persona informata dei fatti che, per molti anni, ha svolto servizio di prelievo e analisi delle acque marine di balneazione. E perché in realtà le cose stanno assai diversamente e sento il dovere morale di contrastare l’informazione ingannevole.

I criteri con cui vengono assegnati a un comune la Bandiera blu sono affetti da parzialità e da casualità e non c’entrano nulla con la salute ecologica effettiva del mare.

Infatti, essi riguardano il mare visto non come ecosistema con tutti i suoi viventi, ma riduttivamente come fosse una piscina. Vengono presi in considerazione: qualità delle acque (ma, attenzione, solo per quanto riguarda l’idoneità alla balneazione!); il livello del “servizio offerto” (non servizi ecosistemici, ma quelli offerti a chi affitta un ombrellone o una “palma” ); la “pulizia” delle spiagge e degli approdi turistici.

Pertanto, è ritenuto blu-meritevole chi spiana la sabbia con le ruspe a primavera e la rastrella e la livella quotidianamente nel corso dell’estate e dell’autunno, e poco importa se questo si fa a scapito delle dune e della meravigliosa vegetazione dunale oramai ridotta al lumicino. Non conta se, così operando, sono stati cancellato siti di riproduzione per il Fratino (Charadrius alexandrinus), piccolo trampoliere che nidifica sulla sabbia degli arenili, a rischio di estinzione e tutelato dalla Direttiva comunitaria 2009/147 (ex 79/409) sulla “Conservazione degli uccelli selvatici”).

Non importa se il livellamento “virtuoso” blu-meritevole toglie luoghi di riproduzione alle tartarughe marine, come la Caretta caretta che, raggiunta la maturità sessuale dopo una ventina d’anni, torna nel luogo ove era nata perché ha bisogno di deporre fino a un centinaio di uova in una buca scavata nella sabbia, e di notte i neonati tartarughini hanno bisogno di orientarsi con la luce della luna per tornare in acqua: le femmine di questa specie troveranno i luoghi sconvolti e disturbati, nessun posto per l’ovodeposizione. Anche in rarissimi casi, se deponessero, comunque, le uova tra gli ombrelloni (è successo in un caso), avremmo che con la schiusa i tartarughini neonati seguirebbero la luce non della luna ma dei lampioni, dei fari delle discoteche e degli stabilimenti balneari.

Inoltre, con le barriere messe a protezione della spiaggia dall’erosione, che spostano l’erosione stessa in po' più in là, a seconda delle correnti; si creano così dei tratti di mare che non hanno più il normale rimescolamento delle acque che, di giorno, col sole si scaldano eccessivamente, provocando il crollo del tenore di ossigeno disciolto e la morte di tutta la vita acquatica. Ma per avere la Bandiera blu la desertificazione non incide. Basta che ci si possa fare il bagno!

Per mare “pulito” s’intende che dalle analisi condotte dalle ARPA non risultino superati i valori-limite per batteri fecali: Escherichia coli e Enterococchi intestinali, che sono utilizzati come indicatori di rischio igienico-sanitario.

La disciplina per la gestione della qualità delle acque di balneazione è dettata dal D.Lgs. 116/08, che ha recepito la Direttiva 2006/7/CE e dal D.M. 30 marzo 2010. L’impianto della norma, come dovrebbe essere noto, non è di tipo ambientale ma di tipo sanitario: la situazione è ritenuta buona se non ci sono batteri fecali. Ma con quelle analisi non si può dire con certezza che il mare, il lago o il fiume stiano bene dal punto di vista ecologico o ambientale.

Siamo al paradosso: in passato, alcune amministrazioni comunali hanno irrorato il mare, di mattina all’alba, con varechina, potente biocida, come si fa nelle piscine. Così hanno sterminato, assieme ai batteri fecali, anche tutta la vita marina colpita.

Paradossalmente, quello era il massimo del disastro, faceva risultare, per la balneazione, il massimo della desiderabilità perché le analisi provavano l’assenza dei batteri-spia. Questa pratica è poi finita (almeno per quanto se ne sa) grazie alle denunce e ai provvedimenti giudiziari.

Ma c'è di più: la casualità dettata dal meteo.

La legge, infatti, prevede che il calendario dei prelievi e delle analisi che i controllori devono fare, sia stabilito all’inizio dell’anno da Regione e Ministero della Salute.

Il controllo avviene su tratti in cui è suddivisa la costa. Prima della stagione balneare, sulla scorta dei controlli dei quattro anni precedenti, la Regione classifica ciascun ciascun tratto come eccellente, buono, sufficiente, scarso, e individua le acque idonee alla balneazione e quelle non balneabili a priori, perché si sa che, ad esempio, sono inquinate le foci dei fiumi, dei torrenti, le aree portuali.

Ne deriva che se nei giorni stabiliti dal calendario per i controlli non è piovuto, abbiamo generalmente risultati positivi: Bandiera blu! Se, invece, piove, le fogne vanno in piena, e tutto il liquame viene scaricato in mare perché i depuratori non possono ricevere la massa di acque di fogna in forte eccesso, e, se tutto questo avviene fuori dal calendario dei prelievi, l’inquinamento non è accertato, non è misurato, non risulterà e non inciderà sulla Bandiera blu.

Basta, quindi, dire che il mare è in buone condizioni quando c’è la Bandiera blu. Correttamente andrebbe detto che è balneabile, che la spiaggia è pulita e ha buone comodità per il cittadino bagnante.

La Natura non c’entra, è altra cosa!

Triste è anche il cittadino dis-educato che intende la “pulizia” come quella di una piscina. Ho sentito lamentele perché non erano state “pulite” le alghe verdi presenti nell’acqua (la lattuga di mare, Ulva lactuga) e anche perché dopo una mareggiata sul bagnasciuga c’erano conchiglie …

La Natura viene intesa come “sporco” da pulire, dimenticando che il mare è un ecosistema. Meno male che i bambini amano le conchiglie…non si lamentano... e dovremmo imparare da loro.

Giovanni Damiani
Presidente G.U.F.I. - Gruppo Unitario Foreste Italiane
Già Direttore di Anpa e già Direttore tecnico di Arta Abruzzo
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