Il mare ci avverte, anzi ci chiama. Lo fa da almeno mezzo secolo: saremo capaci di ascoltare i suoi messaggi per una vera conversione ecologica della società umana?
Stiamo giustamente attenti e preoccupati per le conseguenze delle modificazioni globali quando queste toccano gli interessi economici. Succede per le alluvioni del Nord Italia e per il fatto che in Sicilia e in Grecia non piove da un anno e mezzo e per bere hanno attivato navi-cisterna militari.
Per le ondate di calore, per l’inquinamento, per i PFAS ci preoccupiamo solo per quanto ci colpiscono sulla terra su cui viviamo e che calpestiamo. Il mare invece è attenzionato per il granchio blu che stermina le vongole e, oggi, per il fatto che le mucillagini mettono a rischio i ricavi che esso procura come piscina. Le dichiarazioni in merito dell’Arta-Abruzzo, di cui sono stato Direttore Tecnico, sono inammissibili. Eppure, i mari che sono la parte più grande del nostro Pianeta, ci lanciano messaggi da anni e con episodi talmente eclatanti ove la realtà supera la fantasia. Ne cito a memoria solo alcuni, fra i più clamorosi.
Nel settembre del 1972, le acque dell’Adriatico (scrivo da Pescara) smisero di essere blu e divennero, di giorno, di colore rosso e, di notte, tutte assai luminose, fosforescenti! Responsabile era la gigantesca proliferazione della popolazione di un’alga microscopica, la Noctiluca scintillans, che dà bioluminescenza notturna. Mentre scompaiono le lucciole a terra, l’ambiente marino s’illumina tutto come un neon!
Ripetutamente abbiamo assistito a fenomeni di mare piatto divenuto color verde come una gigantesca tavola d’un biliardo, per la proliferazione abnorme dell’alga microscopica Gymnodimnium corii e non solo in Italia,, ma anche nei mari del Nord.
Nell’estate del 1985, centinaia di persone furono colpite da diaree violente, per aver mangiato molluschi che avevano incorporato biotossine algali definite DSP (Diarrhetic Shellfish Poisoning), che non vanno via con la cottura. L’allarme fu dato tardivamente, forse non a caso perché si era in periodo di elezioni e la notizia avrebbe potuto influenzarne l’esito.
Poi ci fu l’anno delle “vongole blu”: producevano al loro interno un liquido simile a inchiostro. Seguirono morìe generalizzate di cefali e, negli anni che ho citato nel mio ultimo articolo, abbiamo avuto l’esplosione delle mucillagini, fenomeno completamente diverso dall’eutrofizzazione e che ha colpito varie parti del mondo.
A questo punto faccio due considerazioni.
La prima. Se qualcuno avesse detto, prima di questi eventi, che il nostro mare sarebbe divenuto estesamente verde come un biliardo e che a seguito di questo sarebbero poi morti tutti i suoi abitanti dei fondali, per asfissia, e per migliaia di km2, oppure se avesse detto che le vongole avrebbero prodotto un inchiostro, oppure che il mare sarebbe diventato un gigantesco neon acceso di notte nell’acqua, oppure che si sarebbe impregnato di muco mucillaginoso dal fondo alla superficie come se fosse stato colpito da un immenso raffreddore, sarebbe stato preso per pazzo o deferito, se professionista, all’Ordine Professionale di appartenenza. Nella realtà, invece, quelle cose sono successe e neppure abbiamo avuto il peggio.
Voglio, infatti, ricordare che le biotossine algali, ad oggi, in Italia hanno apportato “solo” diaree e con Ostreopsis ovata (che in Abruzzo è a Fossacesia e, mentre scrivo, a Bari è proliferata al punto di far scattare il divieto di avvicinarsi al mare, e che in passato ha colpito il Conero ad Ancona) causa “solo” influenza e febbre.
Ma esistono anche biotossine algali paralizzanti (Paralytic Shellfish Poisoning), altre neurotossiche (Neurotoxic Shellfish Poisoning) e perfino tossine in grado di cancellare la memoria, se inalata con aerosol marini (Amnesic Shellfish Poisoning)!
C’è materia, nella realtà, per cultori dei film di fantascienza o dell'horror.
Seconda considerazione. Il Mare, il più grande e complesso spazio di vita del Pianeta, mosaico di ecosistemi tra loro correlati-comunicanti, ci lancia segnali, messaggi, ci parla, ci esorta a mettere in discussione una situazione che è di crisi ecologica globale prodotta dalle attività umane predatorie.
La scienza, la tecnologia, la capacità di trasformazione del mondo da parte dei Paesi ricchi hanno raggiunto vette mai viste prima d’ora. La coscienza no: è arretrata rispetto allo sviluppo, è sopita.
Sta a noi impegnarci per fermare il precipitare nel declino. Parlare del mare è parlare del Pianeta globale.
P. S. -1
La Cymodocea morta e spiaggiata veniva raccolta per il camino (rallentava la velocità con cui si consumava la legna) e per le sue ceneri - che ricchissime di sali di sodio davano una liscivia forte per il bucato o, concentrata - per fare il sapone in casa.
P.S. - 2
Maria Rapini, dirigente di Marevivo, aveva trovato anche lo sponsor per finanziare l'operazione di reimmissione della Cymodocea, e stabilito accordi e alleanze. Nemmeno a costo zero (e forse proprio per questo) si possono fare cose buone in questo Paese?
Giovanni Damiani
Presidente G.U.F.I. - Gruppo Unitario Foreste Italiane
Già Direttore di Anpa e già Direttore tecnico di Arta Abruzzo