di Adriana Spera
Alla fine Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca ce l’ha fatta e nei giorni scorsi, dopo alcuni mesi di silenzio, ha dato disco verde ai nuovi statuti degli enti di ricerca vigilati dal suo dicastero.
Si avvia così verso la fase conclusiva, che è la più delicata, una lunga e tormentata via crucis, disciplinata dal decreto legislativo n. 213 del 2009.
Ora i dodici enti interessati, tra i quali spiccano il Cnr, l’Infn, l’Asi, l’Ingv, l’Ogs, l’Inaf e la Stazione Zoologica “Anton Dohrn”, dovranno tempestivamente pubblicare sia sui rispettivi siti web che in Gazzetta Ufficiale i nuovi statuti, che diventeranno efficaci a partire dal 1° giorno del mese successivo alla medesima pubblicazione.
Nel frattempo, mentre gli enti dovranno avviare le procedure di consultazione per l’indicazione al Miur dei componenti del cda e l’individuazione di quelli del Consiglio scientifico, il ministro Gelmini nominerà i Comitati di selezione, con il compito di fornire, per ciascun ente, cinque nominativi per la carica di presidente e tre per quella di consigliere.
I Comitati di selezione, composti da un massimo di cinque soggetti, scelti tra esperti della comunità scientifica nazionale ed internazionale ed esperti in alta amministrazione, e di cui non potrà far parte personale del Miur, dovranno fissare, con avviso pubblico, le modalità e i termini per la presentazione delle candidature. La scelta finale spetterà al ministro.
Come riferito dal Foglietto n. 3/2011, impazza il toto-presidente.
Ma la partita più grossa si gioca a piazzale Aldo Moro e la poltrona in palio è quella ora occupata da Luciano Maiani, che sullo scranno più alto del massimo istituto di ricerca italiano approdò, tra mille polemiche, a marzo 2008, a seguito delle indicazioni fornite all’allora ministro Mussi da un Search Committee presieduto da Giorgio Parisi.
Anche in questa tornata vi è da ritenere che le polemiche non mancheranno.