Redazione
Alla fine, Mariastella Gelmini ce l’ha fatta. Sulla Gazzetta ufficiale del 19 aprile scorso è apparso un avviso che testualmente recita: “Si comunica che sul sito del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca , alla pagina http://www.istruzione.it/web/ricerca/statuti-enti-ricerca sono pubblicati gli statuti dei seguenti enti di ricerca…”. A seguire, l’elenco dei dodici enti vigilati dal Miur, tra i quali Cnr, Asi, Ingv, Inaf, Infn e Ogs.
Si tratta di un escamotage al quale il Miur è ricorso per tirarsi fuori dall’incredibile impasse che per più di un mese aveva bloccato l’entrata in vigore degli statuti, nei quali il Ministro aveva preteso che fosse esplicitamente specificato che “Il presente statuto entra in vigore il primo giorno delle mese successivo a quello di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana”.
Tale disposizione, però, era stata inserita senza tener conto di due aspetti confliggenti, tutt’altro che trascurabili.
Il primo, rappresentato dal disposto del comma 3 dell’articolo 7 del d. lgs. 213/2009 che stabilisce, in maniera del tutto inequivocabile, che “gli statuti diventano efficaci dopo l’approvazione da parte del Miur” (e non dopo la loro pubblicazione in Gazzetta). Il secondo, che la Gazzetta pubblica leggi, decreti e quant’altro, ma non statuti.
Dopo prevedibili, lunghi ed estenuanti consulti, si è giunti alla conclusione di pubblicare il predetto avviso, che lascia del tutto intatto il pasticcio, già segnalato dal Foglietto del 5 aprile 2011.
Superato, con grande difficoltà, questo “ostacolo”, dal 1° maggio gli statuti saranno operativi.
Nel frattempo, la Gelmini dovrà costituire il Comitato che dovrà indicarle una rosa di candidati alla presidenza e ai cda dei dodici enti vigilati dal Miur.
I nomi dei papabili continuano a essere quelli già segnalati dal Foglietto del 29 marzo, vale a dire Gaetano Lombardi, ordinario alla Federico II di Napoli, di Carlo Perno e Angelo Spena, entrambi ordinari a Tor Vergata, di Francesco Salamini, ordinario e presidente del Comitato scientifico del Parco Tecnologico Padano, e, infine, di Pasquale Pistorio, già vice presidente di Confindustria, con delega all’Innovazione e alla Ricerca.
Vedremo ora come e quando la Gelmini riuscirà a concludere l’iter di un procedimento legislativo che nelle intenzioni doveva rappresentare una svolta epocale per la ricerca italiana, ma che nella realtà sembra essere un surrogato dello spoil system: azzerare e riassegnare un consistente numero di poltrone pubbliche.