Redazione
Bestiario giuridico di Giuseppe D’Alessandro (Angelo Colla Ed., pp. 151, euro 9,90) è un libro, fresco di stampa, che raccoglie “leggi che fanno ridere e sentenze che fanno piangere dal ridere”.
Si tratta di un esilarante volumetto che “raccoglie le più incredibili e divertenti bestialità che l’Autore, nell’arco della sua trentennale esperienza forense, ha rinvenuto in leggi, sentenze, comportamenti umani e in ogni altro fatto che abbia attinenza con la giustizia e con il diritto”.
Merita di essere evidenziato, più di tutti, il capitolo dedicato ai provvedimenti dell’Unione Europea nel campo ortofrutticolo. Non sono forse in molti a sapere che, ad esempio, per le banane (Reg. Ue 2257/04) “il calibro è determinato dalla lunghezza del frutto, espressa in centimetri e misurata lungo la faccia convessa, dal punto in cui il peduncolo si inserisce sul cuscinetto fino all’apice, dal grado, cioè dallo spessore, espresso in millimetri, di una sezione trasversale del frutto praticata tra le facce laterali e nel mezzo del frutto stesso, perpendicolarmente all’asse longitudinale”.
Se poi andate al mercato, e la lunghezza della banana non supera i 14 cm., il venditore è nei guai, salvo che il frutto in questione non provenga dalle Azzorre, da Cipro o da Creta, per come consentito dal Regolamento Ue 228/06. Pure per i meloni vi è una normativa ad hoc. Il Regolamento (1615/01) è perentorio sul fatto che il peduncolo non può superare i 2 cm.
Quanto alla cicoria, anch’essa regolamentata dall’Ue, in nessun caso, hanno stabilito gli intransigenti commissari, il suo diametro potrà misurare meno di 2,5 cm., se di lunghezza inferiore a 14 cm.