di Flavia Scotti
Ora è ufficiale. Ultimate le operazioni di rideterminazione delle piante organiche, gli esuberi complessivi nella pubblica amministrazione sono 4.028, a fronte degli 11 mila stimati al momento della approvazione della spending review.
Per gli enti pubblici di ricerca, gli esuberi di personale dal IV all’VIII livello sono 126, ai quali si dovrà aggiungere qualche decina di figure dirigenziali. Esclusi dall’operazione, come noto, sia i ricercatori che i tecnologi.
Dai dati forniti dalla Funzione Pubblica, si rileva che a presentare eccedenze di personale IV-VIII sono il Cnr, con 76 unità; l’Agenzia spaziale italiana, con 5; l’Istituto di fisica nucleare, con 32; l’Ingv, con 12 e all’Istituto superire di sanità, con una sola unità.
Il ministro Patroni Griffi ha annunciato l’apertura di un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per la gestione dei predetti esuberi, per addivenire alla fissazione di criteri generali per l’utilizzo dei vari strumenti a disposizione quali pensionamenti, prepensionamenti e mobilità collettiva. A dir poco paradossale appare la situazione dell’Ingv, che si ritrova, da un lato, con un esubero di 12 unità di personale a tempo indeterminato e, al contempo, con più di 400 precari di annata, molti dei quali non hanno potuto usufruire delle leggi sulla stabilizzazione proprio per la carenza di posti in organico.