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Giovedì, 04 Lug 2024

Il 17 aprile scorso, la Sezione controllo enti della Corte dei conti ha depositato la Relazione sulla gestione finanziaria 2012 dell’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol), ente di ricerca finanziato dallo Stato “dotato di indipendenza di giudizio e di autonomia scientifica, metodologica, organizzativa, amministrativa e contabile ... sottoposto alla vigilanza del Ministero del lavoro”.

Il documento dei giudici contabili riassume con dovizia di particolari la situazione di un ente che, dopo una lunga gestione commissariale, affidata peraltro, non senza perplessità, al Segretario generale del ministero vigilante, solo all’inizio del 2013 ha riavuto la figura del presidente.

La gestione finanziaria dell’Isfol, che ha registrato un contributo statale di 33,1 mln di euro (+4,36% rispetto al 2011) ha chiuso con un avanzo di 3 mln, quale differenza fra accertamenti per 141 milioni e impegni per 138 milioni di euro.

L’ente, alla fine del periodo di controllo da parte della Corte dei conti, disponeva di una forza lavoro pari a 615 unità (362 a tempo indeterminato e 253 a termine), di cui 203 tra ricercatori e tecnologi, 282 tecnici e 130 appartenenti all’area amministrativa.

Nel corso del 2012, l’onere sostenuto per collaboratori ed esperti è stato pari a 1.837.508 euro (+ 27,68% rispetto all’anno precedente). In ascesa anche il costo delle consulenze, con 2.274.101 euro (+10% rispetto al 2011).

Di particolare impatto risulta la parte della Relazione dedicata a un rilevante contenzioso al quale l’Isfol deve far fronte.

“Secondo i dati forniti dall’Ente – scrivono i magistrati della Corte dei conti  - l’importo totale del valore delle cause al 2012 è di 8,7 milioni di euro, e deriva, prevalentemente, da rapporti di lavoro, con i connessi riflessi finanziari in caso di soccombenza. Quindi in considerazione del possibile esito delle controversie a sfavore dell’Istituto, l’Amministrazione ha provveduto all’adeguamento degli stanziamenti nel Bilancio di previsione 2012 del capitolo “Uscite per liti, arbitraggi, risarcimento e accessori”, per 7,5 milioni di euro (nel rendiconto 2011 lo stanziamento era stato di 0,45 milioni di euro, impegnato e pagato per 0,187 milioni di euro). L’importo stanziato è stato impegnato quasi interamente e rappresenta, nell’ambito della gestione ordinaria istituzionale, il 23% delle entrate correnti ed il 21% delle spese correnti.”

“In particolare – precisano i giudici -  il contenzioso di maggior peso finanziario concerne il recesso dal contratto di locazione, per la precedente sede dell’Istituto, operato dall’Isfol, per gravi motivi di cui all’art. 27 L. 392/1978 (per circa 1,5 milioni di euro ) ed il riconoscimento della natura subordinata del rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, instaurato da alcuni collaboratori per circa 4,5 milioni di euro. È pendente inoltre presso il Tribunale di Roma il contenzioso con l’Inps, in relazione all’omessa contribuzione derivante dalla presunta erronea qualificazione dei rapporti di collaborazione sino al 2007, con 209 collaboratori per un importo complessivo di 1,4 milioni di euro.

Fra le altre controversie - conclude la Corte - sono tuttora pendenti i ricorsi per il riconoscimento dell’anzianità pregressa da parte di circa 70 dipendenti dell’Ente stabilizzati, quelli con dipendenti dell’ex Ias (Istituto affari sociali, assorbito dall’Isfol ai sensi dell’art. 7, comma 15, del D.L.78/2010, ndr) e il ricorso dell’ex direttore del personale”.

La Corte riferisce anche che l’Organismo indipendente di valutazione (Oiv) nella relazione presentata a maggio 2013 ha evidenziato, per il 2012, numerose criticità e, in particolare, il ritardo nell’adozione dei documenti, la bassa integrazione tra i diversi documenti prodotti, la scarsa interrelazione tra ciclo della performance e ciclo di programmazione economico-finanziaria e di bilancio, che determina una non facile leggibilità nel confronto fra impiego delle risorse pubbliche e relativi risultati raggiunti. Oltre alle carenze nel processo di programmazione, l’Oiv ha rilevato anche incompletezza nel sistema di misurazione e valutazione della performance.

La Relazione affronta anche la situazione immobiliare dell’ente, che alla fine del 2011 ha riunito il personale e le strutture un’unica sede (prima erano cinque), in Corso d’Italia n. 33, consentendo la razionalizzazione complessiva degli spazi, con indubbi riflessi organizzativi sulle attività e con una contrazione dei costi di struttura. Per quanto concerne i canoni di locazione la riduzione della spesa complessiva è stata pari al 3%.

Ma la Corte ricorda che l’Isfol possiede anche due immobili: uno nel Comune di Albano Laziale, che è stato la prima sede dell’ente ed è ormai in completo stato di abbandono e degrado; l’altro è un villino a Roma in zona di pregio (Lungotevere Arnaldo da Brescia) che è stato, fino al momento della soppressione, la sede dell’ex Ias.

Entrambi gli immobili, ai sensi della normativa vigente sulla spending review, sono stati dichiarati dall’ente non più strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali dell’Istituto e con apposito provvedimento del 27 novembre 2012 è stata disposta la loro dismissione.

“A seguito di un'indagine presso gli archivi cartacei del Catasto e, in seguito, presso l'Archivio Notarile – scrive la Corte dei conti - è emerso che la situazione documentale degli immobili risulta fortemente carente. Pertanto, è tuttora in corso la procedura per la regolarizzazione catastale, comunale e presso la Conservatoria dei registri immobiliari, del patrimonio immobiliare dell'Istituto, al fine della predisposizione della documentazione necessaria all'eventuale stipula di atti di vendita/locazione degli stessi”.

Di problemi, l’Isfol, sembra dunque averne più di uno. Vedremo dalla prossima Relazione della Corte dei conti se sarà riuscito a risolverli.

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