L’appuntamento è per il prossimo Consiglio dei ministri quando, con ogni probabilità, il governo approverà un disegno di legge delega sulla scuola, contenente anche il riordino degli enti di ricerca che, per ora, sarebbe limitato ai dodici vigilati dal Ministero dell’istruzione, università e ricerca (Miur).
Ed è proprio negli uffici del Miur che da alcune settimane si sta lavorando alacremente per mettere a punto l’atteso piano al quale Stefania Giannini, titolare del dicastero, sembra tenerci davvero molto.
Dalle indiscrezioni trapelate, i dodici enti verrebbero ridotti a un massimo di quattro, attraverso una procedura di accorpamento che sostanzialmente si ispirerebbe alle competenze scientifiche degli attuali sei dipartimenti del Consiglio nazionale delle ricerche, competenze che verrebbero ulteriormente concentrate in quattro aree.
Ad essere letteralmente smembrato sarebbe proprio il Cnr, che potrebbe vedere collocati in uno dei quattro nuovi enti tutti gli istituti oggi afferenti al Dipartimento del sistema terra e tecnologie dell’ambiente e a quello Scienze bio-agroalimentari, assieme all’Ingv, all’Ogs e alla Stazione Zoologica Anton Dohrn. A seguire, nel medesimo nuovo ente potrebbero confluire il settore ambiente del’Enea, l’Ispra, il Cra e l’Inea.
Gli istituti del Dipartimento scienze fisiche e tecnologie della materia, sempre del Cnr, potrebbero ritrovarsi in un altro ente nuovo di zecca, assieme a Infn, Asi, Inaf, Science Park di Trieste e Centro studi e ricerche “Enrico Fermi”.
Sempre secondo indiscrezioni, gli istituti del potente Dipartimento scienze mediche potrebbero ricollocarsi all’interno delle Università.
Al di là delle indiscrezioni, che a breve troveranno conferme o smentite, una cosa è certa: si è alla vigilia di una riforma radicale degli enti di ricerca, messa in cantiere con l’obiettivo dichiarato di rilanciare e potenziare un settore vitale per il paese, ma che in realtà sembra finalizzata soltanto a conseguire risparmi.
Quanto alla storica sigla Cnr, anch'essa sembra destinata a scomparire per trasformarsi in Agenzia nazionale, di piccole dimensioni, con compiti di coordinamento degli enti di ricerca e di consulenza e indirizzo al governo, anche per le risorse da destinare ai medesimi enti.
Per la presidenza di questa Agenzia, già circola un nome: quello di Luigi Nicolais, attuale n. 1 del Cnr.