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Giovedì, 04 Lug 2024

Dopo le forze dell’ordine, anche i docenti universitari sono pronti alla mobilitazione contro il nuovo blocco delle retribuzioni deciso dal governo.

Con un comunicato stampa di qualche giorno fa, in sedicimila si dichiarano pronti a mettere in atto una serie di iniziative che vanno dal blocco procedura della VQR (Valutazione della Qualità della Ricerca) alla astensione dalle attività non retribuite e, come ultima ratio, al blocco di esami e tesi di laurea.

Di seguito, riportiamo il testo integrale del comunicato.

Come è noto, con decreto legge n. 78/2010 il Governo Berlusconi ha introdotto il blocco degli scatti biennali per il personale docente dell’università.

Con lo stesso provvedimento sono stati bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici contrattualizzati, nonché le fasce stipendiali dei ricercatori e dei tecnologi degli enti di ricerca.

Ciò nell’ottica di contribuire al contenimento della spesa pubblica.

Va segnalato che per il personale docente universitario, in seguito alla legge Gelmini, andata in vigore quasi contemporaneamente, tali scatti non sono più automatici ma vengono assegnati dopo un giudizio di merito a cui i docenti sono sottoposti.

Tutti i lavoratori del pubblico impiego hanno accettato con responsabilità tale blocco triennale, per contribuire al risanamento della grave situazione finanziaria del nostro paese, sebbene sia chiaro che, oltre il danno economico finora ricevuto, il blocco negherà anche la maturazione ai fini giuridici, con la conseguenza che alla fine del blocco non si percepirà una retribuzione che terrà conto degli anni passati, ma si ripartirà dai valori del 2010.

Concluso il triennio, non solo il blocco è stato riproposto da parte del governo Letta anche per il 2014, ma, con la nuova Legge di Stabilità del 2014, sono state introdotte altre norme che limitano il riconoscimento dell’anzianità pregressa e che quindi potrebbero danneggiare ulteriormente la carriera economica dei docenti universitari.

In questo clima di responsabilità e sacrifici, recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno ritenuto valide le richieste di alcuni settori del pubblico impiego, avanzate in sede Giudiziaria Amministrativa, ribadendo la validità di norme più favorevoli previste già nel provvedimento di origine o da provvedimenti successivi per gli Avvocati e i Procuratori dello Stato, le Forze di Polizia, tutto il personale non contrattualizzato e la Magistratura.

E’ ben nota poi la concessione degli scatti stipendiali per il periodo 2011-2013 al personale della Scuola Media Superiore con decisione del Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2014.

Gli unici che continuano a dare il loro sostegno alla situazione di crisi sono rimasti i dipendenti delle università e il personale contrattualizzato del pubblico impiego: un’altra sentenza della Corte Costituzionale di recente pubblicata ha negato infatti la cancellazione del blocco degli scatti stipendiali dei professori Universitari in quanto: “congruente con la necessità di risparmi consistenti ed immediati”.

Appaiono evidenti la contraddittorietà e l’iniquità dei provvedimenti presi.

È del resto ben nota e inaccettabile la logica di individuare nei settori della cultura e dell’istruzione ambiti in cui poter recuperare risorse operando dissennate riduzioni delle spese e degli investimenti.

E pur con questi magri e irrisori finanziamenti si danno risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate.

Se è vera la tante volte proclamata attenzione delle forze politiche verso le giovani generazioni, non c’è dubbio cha la formazione debba essere, come già accade in altri Paesi, uno dei capitoli fondamentali di investimento per la ripresa e lo sviluppo dell’Italia. Nel contesto attuale sembra invece che la classe politica punti alla demotivazione e alla perdita di efficienza del personale universitario, con gravi ripercussioni sull’intero percorso formativo dei discenti.

Un primo segno di un’auspicata inversione di tendenza sarebbe intanto la cessazione del blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici contrattualizzati e degli scatti stipendiali per i docenti universitari e per i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca, già dal 2014. Andrebbe poi recuperato il riconoscimento, almeno ai fini giuridici, del  periodo 2011-2013.

 

I docenti universitari, temendo che il perdurare delle difficoltà economiche possa portare a un ulteriore prolungamento del blocco, annunciano che si faranno promotori di una mobilitazione nazionale del pubblico impiego che individuerà, settore per settore, forme di azione che dimostreranno l’essenzialità dei servizi offerti. In particolare nel settore universitario si segnalano i settori in cui si pensa di intervenire, in caso di prolungamento del blocco:

1) procedura della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR): i docenti universitari non sono disposti né a inserire in rete i propri prodotti di ricerca, come hanno fatto per la VQR appena conclusa, né a essere reclutati quali valutatori;

2) attività istituzionali non retribuite: i docenti universitari non intendono più partecipare ad attività istituzionali per le quali non sono previste retribuzioni o indennità di funzione o gettoni di presenza (commissioni didattiche, commissioni di ricerca, giunte dipartimentali, commissioni per la biblioteca, commissioni stages, attività di tutorato, rappresentanze in centri universitari, viaggi di studio, ecc.);

3) esami e tesi di laurea: i docenti non intenderebbero creare problemi all’utenza studentesca, ma, come ultima ratio, si studieranno e si concorderanno con le associazioni sindacali azioni anche in questi settori.

Al 9 settembre 2014 il documento è stato sottoscritto da:

Prof. Enzo Borsellino -  Università degli Studi Roma Tre

Prof. Paolo D’Achille – Università degli Studi Roma Tre

Prof. Carlo Vincenzo Ferraro – Politecnico di Torino

Prof. Claudio Giovanardi – Università degli Studi Roma Tre

Prof. Edoardo Lombardi Vallauri - Università degli Studi Roma Tre

e da più di SEDICIMILA altri Docenti delle seguenti ottanta Sedi Universitarie:

1) Università degli Studi Roma Tre

2) Politecnico di Torino

3) Università degli Studi di Roma La Sapienza

4) Università degli Studi di Torino

5) Università degli Studi di Milano

6) Università degli Studi di Napoli Federico II

7) Università degli Studi di Bologna

8) Politecnico di Milano

9) Università degli Studi Roma Tor Vergata

10) Università degli Studi di Bari

11) Università degli Studi di Firenze

12) Università degli Studi del Piemonte Orientale

13) Seconda Università degli Studi di Napoli

14) Università degli Studi  Milano Bicocca

15) Università degli Studi di Pisa

16) Università degli Studi di Pavia

17) Università degli Studi di Siena

18) Università degli Studi di Trieste

19) Università degli Studi di Genova

20) Università degli Studi di Messina

21) Università degli Studi Cattolica del Sacro Cuore

22) Università degli Studi di Padova

23) Università degli Studi di Perugia

24) Università degli Studi di Sassari

25) Università degli Studi di Udine

26) Università degli Studi di Palermo

27) Università degli Studi della Calabria

28) Università degli Studi di Salerno

29) Università degli Studi di Brescia

30) Università degli Studi di Parma

31) Università degli Studi di Cagliari

32) Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

33) Università degli Studi di Ferrara

34) Università degli Studi di Verona

35) Università degli Studi di Trento

36) Università degli Studi di Venezia Ca' Foscari

37) Università degli Studi di Catania

38) Università degli Studi per Stranieri di Perugia

39) Politecnico di Bari

40) Università degli Studi di Chieti e Pescara

41) Università degli Studi dell'Aquila

42) Università degli Studi di Foggia

43) Università degli Studi della Basilicata

44) Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale

45) Università degli Studi del Molise

46) Università degli Studi di Napoli "Parthenope"

47) Università degli Studi della Tuscia

48) Università degli Studi di Urbino

49) Università degli Studi di Camerino

50) Università degli Studi dell'Insubria

51) Università degli Studi di Bergamo

52) Università degli Studi del Salento

53) Università degli Studi di Bolzano

54) Università degli Studi di  Macerata

55) Università degli Studi Politecnica delle Marche

56) Università degli Studi di Napoli  l'Orientale

57) Università degli Studi per Stranieri di Siena

58) Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria

59) Università degli Studi di Teramo

60) Università degli Studi Luigi Bocconi

61) Università degli Studi  Europea di Roma

62) Università degli Studi IULM di Milano

63) Università degli Studi  Roma "Foro Italico"

64) Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste

65) Università degli Studi di Catanzaro

66) Università degli Studi LIUC di Castellanza

67) Università degli Studi LUMSA di Roma

68) Università degli Studi IUAV di Venezia

69) Università degli Studi del Sannio

70) Università degli Studi G. Marconi

71) Università degli Studi di Enna

72) Università degli Studi Campus Bio-Medico di Roma

73) Scuola Normale Superiore di Pisa

74) Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa

75) Università degli Studi San Raffaele di Milano

76) Università degli Studi E-Campus

77) Università degli Studi Suor Orsola Benincasa

78) Università degli Studi della Valle D'Aosta

79) Università degli Studi Nicolò Cusano

80) Università degli Studi Pegaso”.

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