In merito all’articolo apparso sul Foglietto della scorsa settimana, relativo a una classifica delle migliori giovani università, il prof. Francesco Neve dell’Università della Calabria, che innanzitutto ringraziamo della cortese attenzione, ci ha fatto osservare come basti cambiare classifica per avere risultati diversi.
Siamo senz’altro d’accordo col prof. Neve e cogliamo l’occasione per fare qualche ulteriore considerazione.
Vista la pletora di classifiche in circolazione, l’unica cosa di cui si può esser certi è che esse siano gradite soprattutto, se non soltanto, alle università che, di volta in volta, si posizionano ai primi posti delle classifiche stesse.
Ma anche i criteri usati per compilare le classifiche, solitamente di impronta anglosassone, non sono esenti da critiche, dunque non possono essere accolti in toto, senza manifestare riserve di sorta. Basti pensare che certi criteri, spesso presenti nell’elaborazione delle classifiche, possono benissimo far retrocedere un’ottima università rispetto a un’altra che risulti più dotata di alloggi o altri servizi, come bar, ecc.
Last but not least, va altresì sottolineato che quando si valuta un’università negativamente, nessuno può escludere che il corso che si è scelto, magari per paradosso solo quello tra tutti i corsi impartiti dalla stessa università, non sia di eccellente qualità.
Le classifiche, ma probabilmente non solo quelle, è bene dunque prenderle con le molle.