Che al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca si stia lavorando da qualche mese sull’ennesimo progetto di riordino degli enti di ricerca, è notizia risaputa, come lo è quella che fra poco meno di 90 giorni, esattamente il 13 agosto, andranno a scadere gli organi di vertice dei medesimi enti.
Su tale ultimo aspetto, tutt’altro che trascurabile, ad oggi non è stata ancora messa in funzione la “macchina” attraverso la quale individuare la rosa dei candidati dalla quale il ministro Giannini dovrà scegliere presidente e cda dei singoli enti. Poiché il tempo a disposizione, prima del game over degli attuali “amministratori”, è assai ristretto, prende sempre più corpo l’ipotesi che il ministro, alla vigilia di ferragosto provvederà al commissariamento dei predetti enti, operazione assai rapida e non soggetta a vaglio di nessun search commettee.
In pratica, in attesa dell’approvazione del progetto di riordino che, attraverso una serie di soppressioni-incorporazioni-fusioni, potrebbe sconvolgere non poco l’attuale quadro della ricerca pubblica, la gestione verrebbe affidata ad organismi monocratici, come già avvenuto all’inizio dell’anno in occasione della incorporazione dell’Inea da parte del Cra.
Se ciò, come sembra, avverrà, l’auspicio di tanti è che la figura dell’uomo solo al comando abbia vita breve e che i prossimi organi di vertice abbiano remunerazioni cospicuamente e concretamente ridotte rispetto alle quelle attuali. Ma i tempi per il perfezionamento del provvedimento di riassetto degli enti vigilati dal Miur sono tutt’altro che prossimi.