Anche se per il 17 dicembre prossimo è fissata nella sede dell'Aran, in via del Corso a Roma, una riunione tra l'Agenzia e le confederazioni sindacali, appare molto improbabile che per quella data venga raggiunto un accordo per la riduzione (da 11 a 4) del comparti di contrattazione, siccome previsto dal decreto legislativo n. 150 del 2009.
Si tratta di un’operazione propedeutica all’avvio della trattativa per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro dei quasi tre milioni di dipendenti pubblici, scaduti ormai da sei anni.
L’ultimo incontro, che risale al 12 novembre scorso, si era concluso con un nulla di fatto e non è escluso che analogo esito si possa registrare la prossima settimana, con inevitabile rinvio della spinosa questione al nuovo anno.
In realtà, la posta in gioco è molto alta e non riguarda soltanto la busta paga dei lavoratori i quali, comunque, quando verranno sottoscritti i contratti, dovranno accontentarsi di pochi euro, atteso che nella legge di stabilità vi sono appena 300 milioni di euro.
In ballo, infatti, vi è anche il rischio concreto che alcune confederazioni, oggi rappresentative, a seguito della drastica riduzione dei comparti, non lo siano più o che, al massimo, lo siano in uno solo di essi.