Redazione
Dopo i deludenti risultati del 2007, la stragrande maggioranza degli enti pubblici di ricerca ha rinunciato a proporsi quale destinatario del 5 per mille da parte dei contribuenti.
A resistere, per i redditi del 2008, sono stati il Cnr, che ha convinto 3915 contribuenti (meno della metà del personale) per un totale di 224mila euro; l’Istituto Superiore di Sanità, a fronte di 3406 oboli, ha incassato 251mila euro; nelle casse dell’Inaf finiscono 42.300 euro, grazie all’attenzione di 669 cittadini; l’Ingv di Enzo Boschi, invece, incassa 22.415 euro.
Meno della metà, 10.571, per l’Area Science Park di Trieste. Fanalino di coda, l’Istituto italiano di studi germanici, le cui finanze, grazie al versamento del fisco, subiranno un incremento di soli 1.562 euro.
Dai dati diffusi nei giorni scorsi dall’Agenzia delle entrate, che ha confermato al top l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) con 16 mln di euro di contributi, spicca l’assenza dell’Istat, che lo scorso anno aveva indossato, non senza clamore, la maglia nera, avendo totalizzato, grazie alla sensibilità di 3 ignoti contribuenti, la cifra monstre di 130 euro (vedere Il Foglietto n. 38/2009).