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Sabato, 13 Dic 2025

La corruzione in Italia ha carattere sistemico ed è ampiamente diffusa, assumendo le forme più svariate. Anche nel 2019 non è trascorso un giorno senza che la cronaca abbia fatto registrare interventi di contrasto alla corruzione da parte delle forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria che riguardano amministrazioni pubbliche. A marzo è stata commissariata la azienda sanitaria di Reggio Calabria per le ingerenze della criminalità organizzata. A settembre, ha fatto seguito lo scioglimento di quella di Catanzaro.

L’anno 2020 è stato caratterizzato dalla pandemia da coronavirus, che non solo ha posto in secondo piano tutti gli altri problemi che affliggono la nostra società, ma ha anche presumibilmente fatto accrescere il rischio di corruzione, soprattutto in ambito sanitario. Nonostante ciò, l’art. 23 del decreto legge 76/2020 (cosiddetto ‘Semplificazioni’) ha riformato l’abuso d’ufficio, uno dei reati più diffusi, restringendone il campo di applicazione e dando un segnale in controtendenza rispetto al contrasto alla corruzione.

Da parte mia, ritengo che non sia possibile abbassare la soglia di attenzione sulla corruzione e ciò mi ha spinto a sobbarcarmi, anche per quest'anno, questo enorme lavoro di raccolta ed analisi sistematica delle informazioni in tema di prevenzione della corruzione, prodotte dalle stesse amministrazioni pubbliche. Gli interessati, possono consultare e scaricare nella sezione Open Data del sito web, la tabella contenente i dati delle relazioni di ciascun ente e i prospetti riepilogativi annuali per comparto e territorio.

Sarebbe, però, più utile ed efficace che la gestione e il monitoraggio delle Relazioni annuali dei Rpct siano presi in carico direttamente dall'Anac, che può valorizzarne maggiormente il contenuto informativo, tanto più che ora i dati sono più facilmente riutilizzabili laddove presenti nella piattaforma informatizzata per la predisposizione dei Ptpc.

Il quarto Rapporto scaturisce dal monitoraggio delle Relazioni annuali 2019 redatte dai Responsabili per la prevenzione della corruzione e la trasparenza di 535 enti pubblici in rappresentanza di circa i 2/3 dei pubblici dipendenti.

Nel 2019, l'80% delle Amministrazioni ha dichiarato di non aver rilevato alcun evento corruttivo; solo il 3% riscontra anomalie nell’acquisizione e progressione del personale (concorsi) e il 5% nell'affidamento di lavori, servizi e forniture (appalti).

L’82% delle amministrazioni pubbliche non ha ricevuto nessuna segnalazione, da parte dei propri dipendenti, su situazioni di corruzione, illegalità o violazione del codice di comportamento di cui siano venuti a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro (whistleblowing), con una netta prevalenza tra quelle che non garantiscono l'anonimato del denunciante. Il numero di segnalazioni ricevute (in media meno di una per ente) è in lieve calo rispetto al 2018.

Nel campione osservato, il monitoraggio ha evidenziato 6.555 procedimenti disciplinari per violazioni del codice di comportamento (circa 3,1 ogni mille dipendenti), 1.197 segnalazioni di responsabilità disciplinari o penali nei confronti di dipendenti che hanno preso parte ad eventi corruttivi (0,6 per mille), 2.299 procedimenti disciplinari per fatti penalmente rilevanti e 884 sanzioni comminate (di cui 220 licenziamenti).

Il quadro generale che emerge dall'analisi delle Relazioni annuali non mostra miglioramenti rispetto al 2018. Ciò impone a tutti gli attori in gioco, di non abbassare la guardia nell'adozione di misure di prevenzione e repressione della corruzione nella pubblica amministrazione, per combattere questa piaga che limita le potenzialità di sviluppo dell'economia e la possibilità per i cittadini di usufruire di servizi pubblici efficienti.

Rapporto 2019 sulla corruzione

Franco Mostacci
ricercatore statistico, analista economico, giornalista pubblicista
www.francomostacci.it
twitter: @frankoball

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