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Mercoledì, 03 Lug 2024

di Roberto Tomei

Proverbi, massime, sentenze, aforismi. Si cresce e si muore in mezzo a loro. Da giovani per lo più si sopportano; con l'avanzare dell'età, invece, si tende a declamarli con maggiore frequenza.

Chi li cita spesso è proverbioso, mentre proverbista è lo studioso di proverbi. Impossibile comunque trovare chi non ne abbia detti o sentiti.

Qui vogliamo ricordare come sono nati, si sono trasformati e sono giunti sino a noi, diventando parte della nostra concreta esperienza e del nostro vissuto quotidiano, una presenza che tuttavia passa quasi inosservata e di cui abbiamo consapevolezza solo se e quando ne facciamo oggetto di riflessione.

Solitamente sono frasi brevi, talora in versi rimati o assonanti, di origine popolare, che contengono pensieri, regole, ammonizioni dettate dall'esperienza. Che è comune a tutti gli uomini, onde si spiega perché, con formulazioni identiche o simili, comunque assolutamente non rigide, sono presenti con lo stesso significato in tutte le lingue e nei vari dialetti.

Nei suoi Ricordi, Guicciardini così scrive: "Quasi tutti e' medesimi proverbi o simili, benché con diverse parole, si truovano in ogni nazione; e la ragione è che e' proverbi nascono dalla esperienza o vera osservazione delle cose, le quali in ogni luogo sono le medesime o simili".

Per i proverbi si invoca, solitamente, la "sapienza dei popoli", come espressione della concreta realtà delle cose, di una concezione del mondo per certi aspetti ingenua, quasi essi diano corpo a materiali privi di sostanza intellettuale, fintamente dotti e che, anche quando trasmigrano in ambito letterario (scelta fatta di frequente dai "siciliani", come Verga, Sciascia e Bufalino), esprimerebbero soltanto il tentativo di adottare o riprodurre il linguaggio parlato.

Come ci insegna Renzo Tosi, le cose sono un po' più complicate. I rapporti tra proverbi e tradizione letteraria si possono descrivere come quelli esistenti tra vasi comunicanti. Non è infatti solo la letteratura a recepire proverbi, arricchendo così le sue pagine e forse rendendole più attraenti per i lettori meno acculturati, ma sono spesso i proverbi a venir fuori dalle pagine della letteratura, nel senso che sono proprio i topoi letterari a dar corpo ai proverbi.

C'è poi da ricordare che talora i proverbi non hanno affatto origine popolare, ma trovano la loro fonte in passi famosi, citati come sentenze a sé stanti.

Va infine sottolineato che non è vero che determinati proverbi sarebbero il frutto di una singola cultura popolare nei confronti delle altre, dato che, almeno per quanto riguarda la nostra porzione di mondo, cioè l'Europa, è agevole constatare che le stesse massime si ripetono in tutte le lingue e nei diversi dialetti, spesso, per di più, con variazioni minime.

Da qui la tesi che esclude una sorta di poligenesi dei proverbi e asserisce con forza l'idea di una tradizione culturale occidentale, di un koinè dei proverbi che si sviluppa nel segno di una sostanziale continuità, un filo rosso che lega il mondo classico a quello medievale fino alle letterature moderne e contemporanee.

Considerate queste caratteristiche, non è esagerato affermare che dei proverbi si potrebbe quasi tentare l'abbozzo di una storia.
1 - continua

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