Il 20 luglio 1969, 55 anni fa, Margareth Hamilton ha salvato la missione spaziale che ha portato il primo uomo sulla luna.
Programmatrice del MIT Margareth Hamilton (1936), ingegnera e informatica, ha guidato il gruppo di scienziati che svilupparono il software di bordo per il Programma Apollo, garantendo il buon esito della missione che ha realizzato l’allunaggio.
Nel 1965, non ancora trentenne e con una figlia piccola che la seguiva in laboratorio, Margareth divenne responsabile presso il MIT Instrumental Laboratory della progettazione del software dell'Apollo Guidance Computer, il computer di bordo sia del modulo di comando, sia del modulo lunare della missione Apollo 11.
In quei tempi, lo sviluppo di software - che la Hamilton ribattezzò software engineering, per distinguerlo dagli campi dell'ingegneria - era spesso affidato alle donne, perché ritenuto una specializzazione di minore importanza. Ma senza il meticoloso lavoro della scienziata, l'allunaggio avrebbe potuto concludersi in un nulla di fatto.
Pochi minuti prima del touchdown del lander, infatti, scattarono diversi allarmi per l'attivazione inaspettata del radar per il rientro del LEM sul modulo di comando.
Il software sviluppato da Margareth fu in grado di soprassedere a quell'errore, che rischiava di mandare in sovraccarico il computer di bordo, compromettendo l'atterraggio, per concentrarsi solo sulla discesa e sulle informazioni di allunaggio da dare agli astronauti. Aveva infatti previsto l'eventualità di sovraccarico e conflitto di informazioni durante la discesa e aveva sviluppato un programma capace di organizzare i compiti in base alle priorità, escludendo quelli non necessari.
Il software si rivelò talmente pulito e funzionale, che non mostrò bachi (bug) in nessuna delle successive missioni Apollo, e fu poi riadattato per essere usato su Skylab, la prima stazione spaziale degli Stati Uniti, e sullo Space Shuttle.
“Dovevamo simulare ogni cosa prima del volo, non c'era una seconda possibilità”, ha ricordato Hamilton in diverse occasioni.
Una volta provato che il codice era "solido", un gruppo di donne, soprannominate Little Old Ladies per la mansione ad esse affidata, intrecciavano i cavi in rame della memoria ROM attorno a una serie di anelli magnetici che memorizzavano il codice binario. Fino a ottenere una memoria di lettura praticamente indistruttibile.
Per i suoi contributi scientifici, nel 2016 ha ricevuto da Barack Obama la medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza civile degli Stati Uniti, concessa a chi ha contribuito alla sicurezza, agli interessi, alla pace o alla cultura nel Paese.
Nell’immagine in alto, la scienziata è ritratta anche accanto ai ponderosi volumi che contengono il programma che ha permesso l’allunaggio.
Per saperne di più: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", Ledizioni, Milano 2023.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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