Nata a Milano il 23 giugno 1890, Rita Brunetti, nel 1909, fu la prima donna ad essere ammessa a studiare fisica alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Si laureò nel 1913 all’Università di Pisa, con una tesi sullo spettro della scarica oscillatoria nei gas, entrando in un mondo – quello della ricerca scientifica – allora dominato dagli uomini.
Durante la Prima guerra mondiale iniziò la sua carriera accademica come assistente di Antonio Garbasso all’Istituto Superiore di Firenze, dove si occupò di spettroscopia nella regione del visibile e dei raggi X.
Grazie a queste ricerche, nel 1917 ottenne il premio Quintino Sella dell’Accademia dei Lincei, per una tecnica innovativa di analisi spettroscopica da lei sviluppata.
Nel 1926, fu la prima donna nell’Italia unita a vincere un concorso per una cattedra di fisica: divenne professoressa ordinaria all’Università di Ferrara. Qui, sotto la sua guida, l’Istituto di fisica e l’Osservatorio meteorologico conobbero una stagione di grande rinnovamento.
Due anni dopo, si trasferì all’Università di Cagliari. Fu qui che avvenne un incontro destinato a lasciare un’impronta importante nella sua vita: conobbe Zaira Ollano, giovane fisica e sua assistente.
Tra le due nacque un profondo legame affettivo e una collaborazione scientifica solida e duratura. Lavorarono fianco a fianco in numerose ricerche, dall’effetto Stark-Lo Surdo (che Rita fu la prima a osservare in un composto solido) allo studio delle terre rare, fino alle applicazioni della fisica in campo biologico e medico.
Zaira Ollano fu molto più che un’assistente: condivise con Rita progetti, affetto, idee, successi e trasferimenti. Quando Brunetti ottenne la cattedra di fisica a Pavia nel 1936, Ollano la seguì anche lì.
La loro collaborazione, rara e significativa per l’epoca, dimostra come anche nella scienza – spesso raccontata come impresa individuale – la dimensione umana e relazionale possa fare la differenza.
Negli anni, Brunetti ampliò i suoi interessi scientifici: studiò la legge di Curie, fu tra i primi in Italia a indagare l’effetto Raman, e si avvicinò anche alla fisica applicata alla medicina e alla biologia, oltre che allo studio dei raggi cosmici.
Membro del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Società Italiana di Fisica e di varie accademie scientifiche, Rita Brunetti lasciò un’eredità importante: più di ottanta pubblicazioni, tra articoli scientifici, testi didattici e opere divulgative.
Morì a Pavia il 28 giugno del 1942. La sua storia non è solo quella di una grande scienziata. È anche quella di una donna che ha aperto la strada ad altre, e che ha saputo costruire, con Zaira Ollano, un raro esempio di unione femminile nella scienza del Novecento.
Per approfondire: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie”, Ledizioni 2023.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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