di Adriana Spera
Citiamo l'autorevole testata La Stampa, di domenica 25 marzo. "Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ospite al forum di Confcommercio a Cernobbio, ha pranzato con i segretari Angelino Alfano e Pierluigi Bersani, i ministri Pietro Gnudi e Francesco Profumo, il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, e la segretaria della Cgil, Susanna Camusso. Un pranzo all'apparenza dal clima disteso, nel quale non sono mancate le risate".
In disparte la grave discriminazione nei confronti di Bonanni e Angeletti, costretti forse a riparare in qualche tavola calda e ai quali va tutta la solidarietà di Usi-Ricerca, la foto che Il Foglietto pubblica dimostra che a ridere, a crepapelle, sia stata anche Susanna Camusso, seduta proprio a fianco di Mario Monti.
Nulla da eccepire, anche perché ognuno è libero di ridere come e quando vuole, se non fosse però che l'evento mondano sia capitato proprio all'indomani della dolorosa e tragica dipartita dell'art. 18, vitale per milioni di lavoratori, all'esito di una "cruenta" battaglia, che ha visto Monti nella veste del "cattivo" e la Camusso in quella della strenua "pasionaria" dell'innegabile diritto dei lavoratori stessi.
Ora, il pranzo di Cernobbio sembra somigliare a una sorta di consòlo, oggi ancora in auge in molte parti del mondo, negli Usa in particolare, e anche in Italia, soprattutto al sud, laddove accade spesso che, subito dopo la tumulazione di un defunto, viene organizzato presso l'abitazione di colui che è passato a "miglior" vita, un rinfresco consolatorio.
E' difficile, però, che i parenti più stretti del defunto, in onore dei quali si celebra il rito, si lascino andare a fragorose risate. Almeno fino a quando la salma dello sventurato non si sia raffreddata del tutto.