Redazione
«Chiuso per lutto». Il cartello campeggia dal primo pomeriggio all’entrata di un ufficio pubblico palermitano, solitamente molto frequentato. Qualcuno si rivolge alla polizia per denunciare l’inopinata chiusura degli sportelli aperti agli utenti.
E ora a farne le spese è il responsabile della sede. Che è successo? Nella mattinata si diffonde fra gli impiegati la notizia della tragica morte di una collega. Sconvolti dall’accaduto, i dipendenti vanno dal capo e, riuniti in assemblea, annunciano che «se ne sarebbero andati tutti».
Nulla di concreto fa per dissuaderli il dirigente che, anzi, se ne va a casa anche lui. Risultato: il capo è stato condannato per interruzione aggravata di pubblico servizio, mentre tutti gli altri dipendenti sono stati prosciolti dal giudice di primo grado. È quanto emerge dalla sentenza 22294/12 della sesta sezione penale della Cassazione.