Sarà pure vero che Quod differtur non aufertur, ma è altrettanto vero che “nel lungo termine, saremo morti”.
Questa è la sconsolata quanto ancipite riflessione alla quale induce la vicenda, raccontata dal Foglietto del 27 maggio scorso, allorché demmo notizia del travagliato iter di un concorso pubblico per tecnologo, bandito a fine 2011, che, a seguito di insanabili dissidi all’interno della commissione esaminatrice, è tuttora ai blocchi di partenza
Non conosciamo gli arcana imperii, ma sta di fatto che per questo concorso si va di rinvio in rinvio.
L’ultimo, in ordine di tempo, è del 4 giugno e viene laconicamente motivato con il mancato completamento di fantomatiche “attività preliminari allo svolgimento delle prove scritte”.
Solo per informazione, non si può sottacere che la commissione, che non ha ancora esaurito i preliminari, è stata costituita appena a gennaio del 2013.
Nello sgomento dei candidati e del personale addetto, tutto è stato rinviato a settembre prossimo, il mese che il poeta indica come quello delle migrazioni (“settembre andiamo, è tempo di migrare”), sicché c’è speranza che anche i candidati possano finalmente migrare verso le aule delle prove scritte.
Ma non è detto.