La sentenza del Consiglio di Stato in materia di Ogm (vedere articolo a fianco) lascia basiti. Si tratta di una vera invasione di campo, pericolosa quanto il silenzio di tanti miei colleghi, soprattutto italiani, che continuano a tacere su un fenomeno determinante per comprendere che la coesistenza tra colture convenzionali (CC), incluse quelle biologiche (CB) e colture geneticamente modificate (CGM) è praticamente impossibile.
La contaminazione, cioè il passaggio del DNA transgenico dalle CGM alle CC non avviene solo attraverso il polline (trasferimento di DNA verticale) ma anche con il trasferimento genico (DNA) orizzontale (TGO). Quest'ultimo è di gran lunga più pericoloso, in quanto, negli anni, il DNA transgenico raggiunge anche specie lontane, irraggiungibili attraverso il polline. Il TGO è agevolato dal fatto che il DNA transgenico è mal legato al resto del genoma degli OGM e quindi, slegandosi, si ricombina facilmente con il DNA di microrganismi presenti nell'ambiente, nel caso particolare nel terreno o nelle acque di fiumi e laghi, i quali hanno la capacità a loro volta di trasferire il DNA transgenico a specie di piante superiori, come mais, grano, orzo, e così via. C'è già sufficiente letteratura per sostenere che la coesistenza è contaminazione certa e che pertanto qualunque Comune, Regione Stato, Autorità giudiziaria dovrebbe vietare la coltivazione di OGM se non si vuole contaminare tutta la biodiversità, inclusa quella animale, che risulterà contaminata attraverso gli alimenti (cibi e foraggi).
*già direttore dell’Istituto di Genetica Vegetale del Cnr
Editoriale de Il Foglietto di Usi/RdB n. 3/2010