Giornale on-line fondato nel 2004

Giovedì, 04 Lug 2024

L'economia europea sta uscendo con molta fatica dalla stagnazione, ma le misure straordinarie adottate dalla Bce iniziano a mostrare alcuni segnali positivi. Ci vorrà tempo per capire se saranno sufficienti, ma gli ultimi dati della Banca d’Italia, se confermati, indicano che l’obiettivo di rimettere in circolazione il denaro può essere raggiunto.

Il Quantitative Easing (QE), il programma straordinario di acquisti della BCE di titoli di debito pubblico o di obbligazioni emesse da agenzie situate nell’area dell’euro o istituzioni europee (Public Sector Purchase Programme o PSPP), ha compiuto da poco un anno.

L’immissione di liquidità nel sistema finanziario è stata avviata per dare impulso alla crescita economica e combattere il rischio incombente di deflazione, riportando il tasso di inflazione vicino al target di medio periodo del 2%.

Il programma iniziale prevedeva che potessero essere acquistati 60 miliardi di euro al mese di obbligazioni, di cui 16 destinati a istituzioni sovranazionali e 44 per l’acquisto sul mercato secondario di titoli di Stato e di agenzie nazionali, con una maturità residua compresa tra i 2 e i 30 anni. La cifra è ripartita in misura proporzionale alla sottoscrizione del capitale della Bce, che per l’Italia è il 17,5% dell’Eurozona. L’80% degli acquisti è effettuato dalle Banche centrali nazionali, che ne sopportano anche il rischio in caso di default del debito sovrano.

Con diversi interventi successivi, di cui l’ultimo (per ora) del 10 marzo scorso, il programma è stato modificato in vari punti: la scadenza, inizialmente prevista per settembre 2016, è stata prorogata fino al ripristino del target di inflazione; il tasso di deposito overnight è divenuto negativo per scoraggiare le banche a detenere liquidità; il volume mensile degli interventi è stato aumentato a 80 miliardi; la possibilità di acquisto è stata estesa alle obbligazioni di alcune agenzie nazionali (da luglio), delle amministrazioni locali ed ora anche a primarie imprese private.

Le speranze che gli effetti del QE potessero rivitalizzare le asfittiche economie del Vecchio Continente per il momento si sono rivelate vane, anche se è lecito chiedersi cosa sarebbe accaduto senza l’iniezione di liquidità da parte della Bce. Le finanze pubbliche sicuramente si sono avvantaggiate dal calo dei tassi di interesse, in particolar modo l’Italia e quei Paesi in cui il debito pubblico è particolarmente elevato. Per motivi diversi, invece, sia il tasso di cambio che l’inflazione non hanno tratto benefici da quando sono iniziate le operazioni di riacquisto.

Con l’avvio del programma della Bce, i titoli di stato – non molto appetibili visti i bassi tassi di interesse – hanno iniziato a passare di mano.

A febbraio del 2015 (prima dell’avvio del QE) ne circolavano 1.828 miliardi di euro e più o meno la stessa cifra si ritrova alla fine dell’anno (1.822 miliardi di euro), anche se aumentano di 11 miliardi i titoli a medio lungo termine (CCT,BTP, ecc.) e si riducono di 17 miliardi quelli a breve (BOT).

Da marzo a dicembre, l’Eurosistema ha acquistato sul mercato secondario 79,2 miliardi di euro di titoli italiani. La parte di competenza della Banca d’Italia ammonta a 72 miliardi di euro, di cui 63,7 sono stati utilizzati per rilevare titoli di Stato e 8,3 miliardi sono andati in acquisto di obbligazioni di Cassa Depositi e Prestiti e da luglio 2015 anche di Ferrovie dello stato, Terna, Enel e Snam.

Alla fine del 2015, la Banca d’Italia è arrivata a detenere 165 miliardi di euro di titoli di Stato, il 9,1% del totale (a febbraio era il 5,5%).

Altri 70,7 miliardi di titoli italiani sono nel portafoglio della BCE (3,9%), il cui Bilancio al 31 dicembre 2015 fa registrare 63,5 miliardi di titoli, con durata residua di 3,4 anni, quello che rimane degli oltre 100 miliardi acquistati nell’ambito del Securities Markets Programme (SMP), attuato nell’estate del 2011 per tentare di raffreddare lo spread.

Nel contempo, si è leggermente ridotta la quota di titoli di Stato posseduta dagli istituti di credito (dal 22,6% di febbraio al 21,2% di dicembre 2015), è aumentata quella delle altre istituzioni finanziarie, che includono anche i fondi di investimento (dal 23,7% al 26,3%) ed è rimasta sostanzialmente stabile quella degli investitori stranieri (34,3%).

Una vera e propria fuga dal debito pubblico si è avuta, invece, per gli investitori privati, che non hanno rinnovato l’acquisto o hanno venduto titoli di Stato per 75 miliardi di euro (dal 9,3% al 5,2%), di cui quasi 50 nel solo mese di dicembre.

Se famiglie e imprese reimpiegassero questa considerevole massa di liquidità in consumi e investimenti l’economia reale potrebbe trarne giovamento. Al momento non è chiaro dove siano finiti i soldi, come pure sarebbe interessante conoscere in che misura si sia modificato il portafoglio dei titoli di debito pubblico detenuti dai singoli istituti di credito.

Si dovranno attendere i prossimi mesi per avere un quadro più preciso e capire se la politica monetaria della BCE riuscirà a tirare fuori dalle secche le economie dell’eurozona.

Quota percentuale di titoli di Stato per settore detentore
2016 QE fig1
Fonte: Elaborazioni su dati Banca d'Italia e BCE

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.francomostacci.it
twitter: @frankoball

 

empty alt

All’ombra del Re dollaro crescono piccole valute

La notizia dell’ultimo aggiornamento che il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha dedicato...
empty alt

Tolve, bellezza lucana che affonda le sue radici nel terzo millennio a.C.

San Rocco è il Santo più venerato nel mondo cattolico. Nei miei viaggi per i borghi lucani la sua...
empty alt

In Adriatico sono tornate le mucillagini

In Adriatico sono tornate le mucillagini la cui composizione potei analizzare, tra primi, nel...
empty alt

Illegittimo affidare il controllo della prestazione lavorativa a un investigatore

Con ordinanza n. 17004/24, pubblicata il 20 giugno 2024, la Corte di cassazione - sezione Lavoro – ha...
empty alt

Dall’Antitrust cartellino rosso alla Figc

Dopo l'inattesa eliminazione della nazionale italiana di calcio dagli Europei, una nuova tegola si è...
empty alt

“Fremont”, film esistenzialista dalle venature surreali

Fremont, regia di Babak Jalali, con Anaita Wali Zada (Donya), Gregg Turkington (Dr. Anthony),...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top