Le previsioni di primavera della Commissione europea prevedono una crescita di 1,1% per quest’anno, leggermente inferiore a quella contenuta nel Def (+1,2%), ma decisamente più bassa di quella di pochi mesi fa della stessa Commissione (Winter Forecast, +1,4%).
La revisione al ribasso è dovuta al minor effetto di trascinamento del 2015, dovuto al rallentamento registrato nella seconda metà dello scorso anno e al peggioramento dello scenario internazionale, che frenerà le esportazioni. Toccherà, quindi, alla domanda interna sostenere la crescita, con il reddito disponibile delle famiglie che dovrebbe aumentare grazie alla ridotta inflazione, all’aumento dell’occupazione e al taglio delle tasse sulla prima casa.
Per la Commissione, il ritmo di uscita dalla crisi economica è più rapido di quanto previsto dal Governo: nel 2017 l’output gap, cioè la differenza tra il Pil reale e quello potenziale, sarà di soli 0,4 punti percentuali contro l’1,1% delle stime nostrane.
Di conseguenza il saldo strutturale, cioè l’indebitamento al netto della congiuntura sfavorevole e degli eventi eccezionali, peggiorerà da -1% del 2015 a -1,7% nel 2016 e 2017, rendendo sempre più improbabile il raggiungimento del pareggio di bilancio, che viene rimandato di anno in anno.
Le note più dolenti provengono, però, dal debito pubblico in quanto la Commissione delinea un ritmo di riduzione del rapporto debito/Pil ben più lento di quanto previsto dal Governo. Quest’anno, infatti, non si avrebbe nessuna diminuzione (132,7%) e il prossimo farebbe registrare una limatura marginale. Il rispetto della regola del debito nel 2016 - in un’ottica ‘forward looking’ (in prospettiva) - è praticamente irraggiungibile.
Per realizzarlo il debito pubblico dovrebbe scendere in un anno di oltre 90 miliardi di euro, passando da 131,8% del 2017 a 125,4% nel 2018 (tenendo conto che le stime della Commissione rappresentano il valore ufficiale di riferimento per la verifica del Fiscal Compact).
Con una crescita così moderata la strada del risanamento fiscale per l’Italia è tutta in salita, senza contare che, da qui alla fine dell’anno, potremmo assistere ad altre revisioni al ribasso del Pil.
Le previsioni di crescita del Pil reale secondo le principali istituzioni - Anni 2016-2017
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