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Giovedì, 04 Lug 2024

In Italia si legge sempre meno e si guarda al fenomeno quasi con rassegnazione, basti pensare che nelle indagini statistiche viene definito “grande lettore” chi legge appena 12 libri l'anno.

Un fenomeno che rischia di peggiorare, vuoi perché il prezzo dei libri è sempre più alto (e con le concentrazioni di case editrici che vi sono all'orizzonte difficilmente il trend si invertirà), vuoi perché, a causa dei disavanzi di bilancio degli enti pubblici e locali, si investe sempre meno nelle public library, come ci conferma l'Indagine statistica sulle biblioteche di pubblica lettura degli enti territoriali italiani, appena resa pubblica dal Centro Per il Libro e la Lettura e dall’Associazione Italiana Biblioteche.

È la mappatura quasi completa (non si è potuta fare una rilevazione censuaria) basata sull'Anagrafe delle biblioteche italiane – la principale base dati disponibile a livello centrale, realizzata dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane (Iccu) – e quella delle Regioni. Sono state censite 6.042 biblioteche ed è stata accertata l’esistenza di 380 strutture chiuse temporaneamente o definitivamente. Quelle che hanno risposto sono 4.766.

Emergono, ancora una volta, due Italie. Un dato su tutti, mentre in Lombardia vi sono 1301 biblioteche, in Basilicata se ne contano appena 62. Né va meglio in Molise con 44 o in Abruzzo con 67 e 85 chiuse, perché la spaccatura non è solo Nord-Sud, ma anche Nord-Centro.

Si tratta per lo più di strutture medio-piccole, una su 4 non supera i 100 mq., la media è 231 mq, con un indice di superficie media nazionale di 0,30 mq ogni 10 abitanti che va dagli 0,11 mq di Calabria e Campania al 1,78 mq della Valle d'Aosta.

In media, ogni biblioteca può garantire 34 posti a sedere, con un indice medio ogni 1.000 abitanti di 4, che va da 1 in Campania a 12 in Val d'Aosta. Ancor meno sono, poi, le postazioni dotate di Personal computer, con indice medio che scende a 0,27. Qui, a sorpresa, il fanalino di coda è la Liguria con 0,08, mentre in testa abbiamo la Sardegna con 1,23 postazioni. Comunque, solo il 54% delle biblioteche garantisce una connessione Wi-Fi.

Nonostante le dimensioni mediamente ridotte, l'85% delle biblioteche riserva degli spazi a bambini e ragazzi e l'82% garantisce l'accessibilità ai diversamente abili. Ma tutte sono aperte per troppo poco tempo: in media 49 settimane l'anno per 24 ore a settimana, con una punta minima di 15 ore settimanali in Piemonte e una massima di 41 nella vicina Val d'Aosta.

La dotazione documentaria media è di “16.300 monografie, opere a stampa, audiovisivi, cd-rom, etc. Più della metà possiede tra 10.000 e 50.000 volumi et similia”, solo il 7,7% dispone di un patrimonio più ampio. Fatto sta che l'indice di dotazione documentaria è di 2,1 volumi per italiano. I più ricchi, ancora una volta, sono i trentini, con 8 volumi.

Un patrimonio che nell'immediato difficilmente aumenterà, in media ogni anno si acquistano 39 nuovi testi ogni 1.000 abitanti. Acquisti che vedono una grande sperequazione territoriale: dai 4,1 volumi in Calabria, ai 174,4 di Bolzano e ai 153,3 di Trento. In ogni caso, nel 2014, una biblioteca su 4 ha speso per acquistare nuovi libri meno di 1.000 euro e una su 10, addirittura, 0. Sia come sia, l'indice di spesa pro capite per cittadino è di appena 0,63 €, che vanno da 0,03 in Calabria a 5,26 a Bolzano.

Le Biblioteche sono sempre meno frequentate, una su 5 ha registrato meno di 2 utenti al giorno. I più assidui sono i bolzanini, battuti dai trentini, il 3,51% dei quali ha chiesto un libro in prestito in biblioteca.

Il 45% delle biblioteche è aperto ai nuovi mezzi ed effettua prestiti di e-book.

Che non si investa più nelle biblioteche pubbliche lo dimostra anche il fatto che il 10% di esse si regge esclusivamente grazie a volontari e, comunque, solo il 48% dei dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato, unica eccezione la Val d'Aosta. Ciononostante, il 48% delle biblioteche offre servizi dedicati agli stranieri e a categorie in difficoltà permanente o temporanea. Grande è l'attenzione per i più piccoli, innumerevoli le attività culturali, dalle conferenze alle presentazioni di libri, dai concerti al teatro e molto altro.

Insomma, nonostante la buona volontà degli operatori, c'è ancora tanto da fare e difficilmente si potrà migliorare senza un adeguato investimento a livello nazionale.

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