La giornalista Valentina D'Elia, in un’intervista per “A51 Crescita Personale Magazine”, mi ha fatto riflettere sul futuro delle nuove generazioni a partire da una domanda: “Se il libro ‘Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie’ venisse scritto in un ipotetico futuro, quale sarebbe una storia auspicabile per una scienziata nata nel 2020?”
Le ho risposto che sarebbe auspicabile, innanzitutto, che fossero spazzati via tutti i pregiudizi contro le donne, da Aristotele in poi, perché il sistema patriarcale si avvale del maschilismo e della misoginia. E si avvale di questi strumenti repressivi soprattutto contro quelle donne che si ribellano al sistema, per mantenere il dominio maschile.
In questo modo la società in cui viviamo cambierebbe drasticamente perché sarebbero distribuite equamente le opportunità. Le bambine potrebbero guardare se stesse e la propria vita senza limitazioni di sogni e desideri e i bambini non si considererebbero i depositari di privilegi sociali e culturali ma una metà dell’umanità: con gli stessi diritti e gli stessi entusiasmi dell’altra.
Sarebbe anche auspicabile un cambiamento nel linguaggio, in modo che diventi naturale parlare di “architetta, ingegnera, direttora d’orchestra, sindaca, ministra” e così via. Ora c’è ancora molto fervore nel rifiuto di queste parole perché indicano un cambio di paradigma, riconoscono un'evoluzione sociale in atto da tempo.
Sara Sesti, Liliana Moro “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", Ledizioni, Milano 2020.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
facebook.com/scienziateneltempo/