“Maschi, bianchi, anziani” questo è l’identikit dei Nobel per la scienza.
Che il numero delle donne premiate continui a essere esiguo (24, se consideriamo anche i due Nobel per l’Economia) non significa, a mio avviso, che siano meno brave dei colleghi e non deve sorprendere più di tanto perché, in genere, i lavori premiati sono abbastanza datati e risalgono ad anni in cui le ricercatrici erano ancora ‘mosche bianche’ nei laboratori universitari e quasi sempre erano relegate in ruoli secondari. Come potevano emergere?
Oggi la situazione è molto migliorata: la presenza delle scienziate nella ricerca è in continuo aumento e non ci sarebbe da stupirsi se tra 30 anni le donne fossero premiate in maggioranza.
Anche di questo si parlerà in occasione dell’incontro, organizzato da Apriti Cielo, “Donne di scienza: l’eccezione e la regola”, 13 novembre ore 15.30, Biblioteca del comune di Rodano.
Nell’immagine in alto, Jennifer Doudna, Andrea Ghez ed Emmanuelle Charpentier: Nobel per la Chimica e per la Fisica 2020.
Per approfondire www.universitadelledonne.it/nobeldonne.htm
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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