Museo Reina Sofia. Mentre i turisti si ammassano davanti al quadro di Picasso, una assistente fa cenno che non si dovrebbe fotografare. Di lato, una maestra fa sedere un gruppo di bambini e spiega che cosa rappresenta: i bambini ascoltano attenti, impensabile in Italia. Impensabile anche perché non ci sono quadri del genere, non ci sono stati pittori del genere anche se, sì, le stragi ci sono state.
Chissà poi perché tutti vanno al Reina Sofia per vedere Guernica. Chissà poi se chi ci va sa dove si trova la cittadina basca, quanti conoscono la storia: 1937, una esercitazione dell’aviazione tedesca, in guerra contro la Repubblica di Spagna, che sarebbe tornata utile nel seguito. E se sa che una parte dei repubblicani in esilio combatté in Francia contro i nazisti, collaborò alla liberazione di Parigi e si aspettò - invano - che gli alleati rovesciassero il regime di Franco alla fine della seconda guerra mondiale: e che la Spagna fu ammessa all’ONU solo nel 1955.
Picasso dipinse ‘Guernica’ in pochi mesi: venne acquisito dal governo repubblicano di Spagna e poi trasferito a New York, con l’impegno di rispettare il volere dell’autore che il quadro rientrasse in Spagna solo quando il paese fosse di nuovo libero.
Massimiliano Stucchi
Sismologo, già dirigente di ricerca e direttore della Sezione di Milano dell’INGV
Fondatore e curatore del blog terremotiegrandirischi.com