di Rocco Tritto
In ogni Paese veramente democratico, tutti, ma proprio tutti i provvedimenti di governo devono ispirarsi al senso della giustizia e dell’equità.
In avversa ipotesi, avremmo a che fare con un potere arrogante, sopraffattore, privo di senso civico e, in quanto tale, indegno di amministrare la res publica.
Quanto sta accadendo da mesi, e in particolare in questi ultimi giorni, nel Belpaese, colloca l’Italia proprio tra quegli sciagurati Stati che appare davvero difficile definire democratici.
Una manovra finanziaria da 25 miliardi di euro, che per metà andrà a gravare sui dipendenti pubblici e per l’altra metà sui Comuni e sulle Regioni, rappresenta l’incontrovertibile biglietto da visita di un esecutivo fazioso, di parte, che si accanisce nei confronti di una parte (debole) della popolazione, agevolando e privilegiando quelli che da sempre alimentano il riprovevole sistema dell’evasione fiscale, sottraendosi illecitamente, ma impunemente, a quella contribuzione che ognuno di noi deve fare in proporzione ai propri redditi.
L’operazione anti dipendenti pubblici non è certo una novità dell’ultima ora del Governo in carica. Se oggi applica una nuova ed ingiusta sanzione, rappresentata dallo scippo di quattro anni di aumenti contrattuali, fino a ieri è stata alimentata dal ministro Brunetta che, con l’indecente sostegno di certi media, li ha criminalizzati, facendoli passare tutti per “fannulloni”.
Ma le finanze di un Paese civile non si risollevano dando la caccia, in maniera irresponsabile, ai lavoratori pubblici, ma cercando con serietà e determinazione di stanare gli evasori fiscali e di eliminare la corruzione. Obiettivi che non sembrano essere nel programma di governo.