Con l'attacco all'Iran, Netanyahu sta ottenendo l'obiettivo di compattare dietro di sé l'opinione pubblica israeliana che vede nell'Iran degli ayatollah, grazie anche ai loro proclami sulla distruzione di Israele, un nemico storico; di spostare l'attenzione internazionale dalla mattanza di Gaza - ieri altre decine di palestinesi sono morti - che, anche se tardivamente, stava suscitando crescenti proteste dei governanti europei; di rendere quasi silenzioso l' "altro ebraismo" e le proteste dell'altro Israele contro Netanyahu medesimo.
Esempio eclatante dell'inanità europea, per non dire di peggio, è quanto detto, finora con i silenzio complice della Spd partner al governo, dal cancelliere tedesco Merz: "Questo è il lavoro sporco che Israele sta facendo per tutti noi“. Come ciò si possa conciliare con gli inviti alla de-escalation lo sanno solo quelli che la invocano ipocritamente nei loro comunicati e i commentatori dei giornaloni cosiddetti liberal democratici che li sostengono.
Questo è l'attivo, per così dire, dell'attacco di Netanyahu.
Il passivo. È la crescente preoccupazione araba e islamica per il ruolo dominante che Israele sta assumendo nell'area con le sue bombe atomiche non dichiarate e il fatto che l'opinione pubblica iraniana, anche quella che sta combattendo l'inumano regime degli ayatollah, è costretta ad opporsi all'attacco israeliano.
Quando le bombe israeliane di Netanyahu arrivano su obiettivi civili ammazzando uomini, donne e bambini non hanno certo il sapore di un annuncio di libertà e di liberazione da un regime integralista islamico e tirannico. Anzi danno un colpo al movimento di libertà e di liberazione che in questi anni, le donne in prima fila, ha sfidato nelle piazze e nella società civile i pasdaran e gli ayatollah. Inoltre, va messo nel conto l'odio suscitato nel mondo da Netanyahu per la sua politica guerrafondaia che tra l'altro espone Israele al baratro di una guerra senza fine contro tutti, che è il contrario della ricerca sicurezza, e gli ebrei della diaspora a ritorsioni dall'inequivocabile e odioso sapore antisemita.
Netanyahu è sempre se stesso fin dai tempi in cui sfilava con la bara con su scritto Rabin: un guerrafondaio sostenuto dall'amico Trump, sia quando massacra i palestinesi di Gaza, rompendo ogni tregua concordata e facendo votare al parlamento contro la nascita di uno Stato palestinese, che quando attacca l'Iran, nascondendosi dietro la sopravvivenza di Israele.
Non comprenderlo è la colpa inescusabile degli inani dirigenti degli Stati europei sempre più spinti ad indentificarsi con un Occidente reazionario e neocoloniale, contraddicendo i valori più alti nati nell'Occidente europeo, che sono stati quelli della pace, dell'eguaglianza e della libertà.
Aldo Pirone
scrittore e editorialista
facebook.com/aldo.pirone.7
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