di Rocco Tritto
Alla fine, prima di esalare l’ultimo respiro, il governo Berlusconi ce l’ha fatta a mettere al mondo l’Agenzia per la sicurezza del nucleare.
A presiederla sarà l’ottantacinquenne oncologo Umberto Veronesi, fino a pochi giorni fa senatore della Repubblica eletto nelle liste del Partito Democratico.
Ad assisterlo nel board direttivo ci saranno due tecnici “nuclearisti doc”, Maurizio Cumo e Marco Enrico Ricotti, designati dal ministro dello Sviluppo economico, e due giuristi (sic!) “nuclearisti per caso”, che rispondono ai nomi di Stefano Dambruoso, magistrato, e Michele Corradino (consigliere di Stato e capo di gabinetto del ministro dell’Ambiente), che all’ultimo momento avrebbe sfilato la poltrona a Fabio Pistella. Entrambi sono stati designati da Stefania Prestigiacomo.
La scelta di Veronesi, che si è dimesso da senatore, è stata aspramente criticata a sinistra.
Al vetriolo il giudizio di Ermete Realacci: “Veronesi non potrà essere la foglia di fico, che renderà possibile una scelta antieconomica e contraria agli interessi dei cittadini e del paese come il nucleare".
Va ricordato che gli italiani avevano, con il referendum del 7-8 novembre 1987, detto no, in maniera schiacciante, al nucleare.
Se un inceneritore di rifiuti è in grado di scatenare la guerriglia urbana, non è difficile ipotizzare che per le centrali nucleari e/o per i siti dove allocare le scorie, ci sarà l’insurrezione.
Peccato che un autorevole scienziato come Veronesi abbia perso una grande occasione per testimoniare a favore delle energie rinnovabili, che sono la via maestra per far fronte al fabbisogno elettrico futuro del paese.